La Nuova Sardegna

Il concerto a "sorpresa" di Salmo, uno schiaffo a chi rispetta le regole - IL COMMENTO

di MARCO BITTAU
Il concerto a "sorpresa" di Salmo, uno schiaffo a chi rispetta le regole - IL COMMENTO

Messaggio arrogante e pericoloso: le vituperate regole sono sacre e inviolabili quando c’è di mezzo la salute delle persone

15 agosto 2021
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«Se avessi voluto seguire le regole non avrei fatto l’artista». Così dice Salmo, caustico, battibeccando con Fedez sui social a proposito del concerto-follia di Olbia che ha fatto inorridire mezza Italia. Va tutto bene? Assolutamente no.

Perché le vituperate regole sono sacre e inviolabili – valgono anche per gli artisti – quando c’è di mezzo la salute delle persone in una città che, come tutte le altre, porta sulle spalle un anno e mezzo di dolore, sacrifici e privazioni. Solo per questo non ci sarebbe nulla da cantare, tanto meno di fronte al dato preoccupante dell’ultimo bollettino Covid: in Sardegna ieri 471 nuovi contagi rilevati e tre decessi. Invece a Olbia si è cantato come non si può e non si deve fare: almeno tremila persone senza protezione accorse da ogni dove, senza misure di sicurezza sanitaria, senza rispetto, pigiate come sardine davanti a un palco. Una serata di follia collettiva irresponsabilmente scambiata per impulso liberatorio dagli schemi e dalle regole. La rottura delle convenzioni che rischia di diventare contagio di un virus che non da tregua e che si nutre anche di bolge ferragostane come quella di Olbia.

Perché di bolgia davvero si è trattato. Venerdì Olbia è stata letteralmente soffocata da un numero esagerato di persone. Le strade intasate, i bar e i ristoranti stracolmi, le passeggiate nel centro storico trasformate in tonnara. Assembramenti ovunque e una condizione evidente di pericolo. Insomma, una grande festa senza controllo, come si faceva beatamente una volta, quando il Covid non aveva ancora cambiato il mondo.

Travisato anche l’appello sincero e positivo che Salmo ha pur lanciato dal palco durante il concerto: «Vaccinatevi». Giusto, ma fa gelare il sangue vedere che il messaggio è diretto a migliaia di persone accalcate senza prudenza e senza alcun rispetto. Peccato, un’occasione sprecata servita comoda sul piatto delle polemiche agitate sui social il giorno dopo il concerto.

Ora la magistratura indagherà su chi ha sbagliato (chi ha organizzato, chi non ha vigilato, chi ha cantato e chi ha solo partecipato) esponendo migliaia di persone a una oggettiva situazione di pericolo. Tutti colpevoli? Sicuramente no, ma resta il fatto che si è commesso lo stesso errore dell’estate scorsa e la catena di contagi partita dagli assembramenti nelle discoteche, evidentemente non ha insegnato nulla. Come se un anno di pene fosse passato inutilmente.

Eppure la lezione era chiara. Un anno dopo, le discoteche oggi sono chiuse ma i concerti si possono organizzare. Con sacrificio, ma in sicurezza. Chi scrive, tutte le sere da 25 anni assiste agli spettacoli del festival Time in Jazz, in corso di svolgimento proprio in questi giorni a Berchidda. E tutte le sere si sottopone alle necessarie misure di sicurezza, di protezione e di limitazione. Prescrizioni fastidiose ma necessarie per ricominciare a vivere una vita che è fatta anche di musica e di incontri con il prossimo. Dietro il palco ci sono centinaia di persone che lavorano, spesso in regime di volontariato, perché tutto questo si possa fare senza farsi male. Ecco perché un concerto-pirata come quello di venerdì sul lungomare di Olbia è stato uno schiaffo a tutte le persone che lavorano nel mondo dello spettacolo. E agli artisti che salgono sul palco, proprio come Salmo. Magari violeranno qualche regola in meno, ma non per questo sono meno artisti. Di sicuro, più responsabili.

@marcobittau. ©RIPRODUZIONE RISERVAT A
 

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