La Nuova Sardegna

Miele sempre più amaro: altra annata catastrofica

di Michela Cuccu
Miele sempre più amaro: altra annata catastrofica

L’osservatorio nazionale: azzerata la varietà agrumi, male millefiori e asfodelo Ma l’isola si distingue nel concorso “Tre gocce d’oro”, tre le aziende al top 

21 settembre 2021
3 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Azzerata la produzione del miele di agrumi, quasi inesistente quella per il millefiori primaverile e d’asfodelo. Il 2021 sarà ricordato dagli apicoltori isolani come l’ennesima annata catastrofica. Per il terzo anno consecutivo, le quantità di prodotto sono crollate e anche questa volta, è il risultato dei cambiamenti climatici. I dati arrivano dall’Osservatorio nazionale miele che a Bologna organizza ogni anno dal 1981 il prestigioso concorso “Tre Gocce d’Oro – Grandi Mieli d’Italia”, per la selezione dei migliori mieli di produzione nazionale. Concorso al quale, nonostante tutto, la Sardegna si è distinta e non solo per il numero più elevato, 156, di campioni inviati ed esaminati, ma anche per i numerosissimi premi e riconoscimenti ottenuti.

Le gelate di aprile, la successiva siccità e le temperature estive da record sarebbero dunque le cause principali del crollo delle produzioni. Per il miele di agrumi è stato un anno nero non solo in Sardegna ma in tutto il territorio nazionale. Il report dell’Osservatorio nazionale rivela infatti come «in nessuna delle aree regionali investite ad agrumeto è stato possibile ottenere produzioni significative. A smielatura conclusa, si stimano rese da zero a tre chili per alveare di miele di agrumi, talvolta con presenza di altri nettari che potrebbero declassificare la produzione da monoflora di agrumi a millefiori». Proprio per questo motivo, quest’anno al concorso nazionale il miele di agrumi non c’era.

Catastrofici anche i dati per il millefiori primaverile, anche in questo caso per via delle gelate che hanno bruciato i fiori: ogni arnia è infatti riuscita a produrne appena mezzo chilo. Un po’ meglio, ma non certo come nel passato, quando si arrivava a produrre anche 15 chili per arnia, è andata per il miele di sulla, che nel Medio Campidano e nella Marmilla si è fermato tra i 5 e 10 chili per alveare.

«Il raccolto di asfodelo, nelle zone costiere e pianeggianti della Sardegna, è stato fortemente compromesso dalle gelate e dalla siccità. Dove è stato possibile ottenere un raccolto le rese non superano i 3 chili ad alveare», registra ancora l'osservatorio nazionale. Il miele di cardo ha registrato produzioni tra dieci e dodici chili, mentre per i miele di erica ci si è fermati ad un massimo di dieci chili per alveare. Anche l’eucalipto ha reso meno delle attese in quasi tutto il territorio regionale con una media compresa tra i 15 e i 18 chili, molto lontani dai 40 di qualche anno fa.

A conferma dell'alta qualità del prodotto sardo, alcune aziende hanno ottenuto riconoscimenti proprio per il millefiori: ben cinque hanno portato a casa le “Due gocce d’oro”. Le valutazioni più alte, “Tre gocce d'oro”, sono andate a tre aziende: Mauro Lai di Ballao per il miele di cardo; Giacomo Santus di Narcao per quello di erica; e a Su Puleu di Mandas per il miele di eucalipto.

Dice Orlando Oliva, titolare di Agricola Monte Arci di Marrubiu: «Il miele sardo per fortuna è molto richiesto, ma produrre è sempre più difficile». Oliva, che al concorso ha visto premiati ben tre mieli: di cisto (“Due gocce”) e con “Una goccia” quelli di cardo e millefiori, opera nel settore dal 1997. Non nasconde la preoccupazione per il futuro: «In questi anni abbiamo assistito al crollo delle produzioni. In Sardegna eravamo i primi per il miele di eucaliptus, poi sono arrivati gli attacchi parassitari a cambiare tutto. Ma la vera emergenza – conclude – sono i cambiamenti climatici. Se non si interverrà per tempo, sarà la catastrofe e non solo per l’apicoltura».

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative