La Nuova Sardegna

In fuga con le mamme o da soli mentre i papà  sono chiamati a combattere: accogliamoli  a braccia aperte, riempiamoli di amore 

Basta terrore, ritorni presto la gioia sui volti dei bimbi ucraini

di Elisa Farena*
Basta terrore, ritorni presto la gioia sui volti dei bimbi ucraini

I bambini sono terrorizzati al pensiero del destino che avranno i propri padri, ai quali è imposto l’arruolamento per rispondere agli attacchi dell’invasione russa. Si devono dimostrare più...

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I bambini sono terrorizzati al pensiero del destino che avranno i propri padri, ai quali è imposto l’arruolamento per rispondere agli attacchi dell’invasione russa. Si devono dimostrare più resilienti di quanto in realtà non dovrebbero essere, proprio perché bambini, nel vedere calpestati non solo i propri diritti, ma anche quelli di un intero Paese. Allo stesso tempo, è confortante vedere che Paesi come ad esempio il nostro e la Polonia si stanno adoperando per accogliere sempre più profughi e fronteggiare questa crisi umanitaria. Ormai e per fortuna, tanti italiani si stanno mobilitando per ospitare temporaneamente i bambini ucraini (o anche interi nuclei familiari) nelle proprie case, specie quei bambini che non hanno nient’altro con sé se non i vestiti che indossano nel momento dell’arrivo. Mentre svariate organizzazioni come Save The Children si stanno occupando della questione, anche nella nostra Sardegna sono sbarcati tanti bambini ucraini, la maggior parte orfani e originari del Donbass, i quali sono stati ospitati in apposite strutture a Cagliari. Analoga accoglienza in tante altre città italiane, come Bologna, dove la scuola primaria Donini di San Lazzaro sta ospitando molti bambini ucraini che hanno trovato rifugio insieme alle loro madri nell’ex covid hotel Unaway. Si tratta di una vera opera di integrazione, che mira a garantire un’istruzione ma anche un supporto psicologico e linguistico per tutti i piccoli coinvolti nella fuga dall’Ucraina. Se è vero che in fondo c’è sempre una luce quando precipitiamo nel buio, ci auguriamo di rivedere presto tutti i bambini ucraini vivere la loro infanzia, talvolta anche con le lacrime, a patto che siano solamente di gioia.

*Elisa frequenta il Liceo
Classico Europeo Canopoleno a Sassari


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