La Nuova Sardegna

Allarme animali vaganti: cavallo in fuga sulla 131

di Gianni Bazzoni
Allarme animali vaganti: cavallo in fuga sulla 131

L’esemplare salvato dalla polizia che ha evitato pericoli per gli automobilisti

28 aprile 2022
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SASSARI. Sette chilometri, in larga parte percorsi in mezzo alla strada, sulla statale 131, da Florinas fino a Muros dove poi è stato intercettato dagli operatori di una pattuglia della polizia stradale che hanno scongiurato l’incidente, salvato la vita all’animale e evitato conseguenze gravi per gli automobilisti.

La storia del cavallo scappato da un recinto nelle campagne di Florinas è di quelle a lieto fine, perchè nonostante il pericolo corso è riuscito a non incrociare le auto in transito. Alcuni automobilisti lo hanno evitato con manovre improvvise dell’ultimo momento, altri l’hanno visto da lontano illuminato dai fari e hanno rallentato passandogli accanto. Le segnalazioni al 113 hanno fatto scattare l’intervento con una delle pattuglie della polizia stradale di Sassari e gli agenti hanno raggiunto e bloccato il cavallo nelle prime ore del mattino di ieri dopo che lo splendido esemplare aveva trascorso la nottata in libera uscita. È andata decisamente meglio di quanto non sia capitato ad altri tre cavalli che hanno attraversato la 131 all’altezza di Abbasanta e sono stati travolti e uccisi da un tir (come si racconta nel servizio qui sotto). Quello degli animali vaganti in mezzo alla strada, spesso di notte quando la visibilità è ridotta ai minimi termini e gli automobilisti si rendono conto dell’ostacolo solo all’ultimo momento, è una emergenza che riguarda diverse zone della Sardegna. Decine gli incidenti che si registrano a causa dell’attraversamento improvviso di cinghiali e daini, ma anche cavalli, pecore, mucche e tori che si allontanano dal pascolo libero. Il più delle volte il problema è generato da disattenzione, da recinzioni non idonee, ma anche da condizioni meteo (per esempio temporali) che scatenano reazioni da parte degli animali che spaventati si allontanano senza meta e vanno incontro a pericoli gravi. In questo periodo, con gli escursionisti che hanno ripreso le passeggiate in campagna (cercatori di asparagi, di lumache) c’è da registrare la disattenzione di chi non conosce le regole della campagna. Così chi apre un recinto e dimentica di chiuderlo, per esempio, di fatto ha lasciato il varco libero per l’uscita di animali. E quando il proprietario o l’allevatore arriva, spesso il danno è già fatto.

Non è la prima volta che animali incustoditi che vagano per le strade sarde sono causa di tragedie. È un fenomeno che riguarda diverse arterie soggette a maggior traffico: «Sì, ricordo per esempio la Nuoro-Lanusei – racconta Giovanni Cubeddu, medico veterinario, già titolare della cattedra di Medicina legale veterinaria dell’Università di Sassari – dove si possono incontrare varie specie animali, tanto che era stata soprannominata la “statale fattoria”». Quando si verificano incidenti gravi, si levano puntuali le voci per chiedere che i responsabili vengano chiamati a rispondere penalmente dell’accaduto: «Ma la maggior parte delle volte – afferma Cubeddu – restano sconosciuti e risalire ai proprietari degli animali è spesso impresa complicata. Servirebbe una indagine per confrontare il profilo genetico con quello di altri animali simili presenti nella zona, ma si tratta di indagini costose che non sempre portano risultati utili alle indagini».

Nei casi degli animali selvatici e dei cani randagi, le normative in vigore sono chiare: «I Comuni sono tenuti a pagare i danni purchè l’incidente venga rilevato da istituzioni competenti. Per i selvatici, nello specifico, la norma stabilisce che sia la Regione a pagare. Se si tratta di animali da reddito, le responsabilità vanno ricercate sulla base dell’articolo 2052 del Codice civile, ne risponde il proprietario o colui che se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso. E questo vale sia che l’esemplare sia sotto custodia o che sia smarrito o fuggito».

Nel territorio del Sassarese, ormai da tre anni la Provincia ha attivato in alcune strade l’installazione di dispositivi innovativi per prevenire gli incidenti. «Attraverso centraline di segnalazione e messaggi luminosi e sonori – dice il commissario straordinario Pietrino Fois – contribuiscono a evitare il passaggio in strada di animali selvatici. E allo stesso tempo allertano gli automobilisti dell’eventuale pericolo. Il sistema rientra nei piani di controllo della fauna selvatica ed è stato il primo a entrare in funzione in Sardegna. È basato su una tecnologia radar e sensori termici, è completamente autonomo dal punto di vista energetico e riesce a individuare la presenza di un animale in prossimità del bordo stradale, potenzialmente pericoloso per l’incolumità di chi viaggia». Il settore Ambiente della Provincia di Sassari ha fatto installare i sistemi di prevenzione sulla provinciale 34 per Stintino e sulla Sp 54, vicino alla piana di Sant’Imbenia e dell’area demaniale delle “Prigionette” nel territorio del Parco di Porto Conte ad Alghero. In entrambi i casi, i sistemi sono stati posizionati per ridurre gli incidenti causati dalla presenza di cinghiali (che attraversano le strade per spingersi verso le case abitate) e dai daini. Gli impianti attivi in provincia di Sassari erano già stati testati nell’ambito del progetto comunitario “Life Strade” e impiegati con ottimi risultati lungo le strade di 5 province italiane, coinvolte nel progetto, nelle regioni Marche, Toscana e Umbria.

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