La Nuova Sardegna

Politiche 2022

Alle urne 1,3 milioni di sardi, 16 i posti nel nuovo Parlamento

Alle urne 1,3 milioni di sardi, 16 i posti nel nuovo Parlamento

Insediati ieri i seggi nelle 1.836 sezioni dell’isola. Si potrà votare dalle 7 alle 23 La Sardegna eleggerà cinque senatori e undici deputati. Alto il rischio astensione

24 settembre 2022
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Sassari Urne aperte questa mattina anche nell’isola. Sono poco più di 1,3 milioni gli elettori sardi chiamati a scegliere i sedici parlamentari che li rappresenteranno a Roma: nove in meno rispetto ai 25 dell’ultima legislatura. Dal proporzionale usciranno sette deputati e tre senatori, dal maggioritario quattro deputati e due senatori. L’isola è stata divisa in sei collegi elettorali: quattro dai quali usciranno gli eletti a Montecitorio (Sassari-Olbia-Alghero, Nuoro-Oristano-Ogliastra, Sulcis-Medio Campidano e Cagliari Città Metropolitana) e due per Palazzo Madama (sud Sardegna e nord Sardegna). Si potrà votare dalle 7 di questa mattina alla 23 di sera, quindi cominceranno le operazioni di scrutinio che andranno avanti, quasi certamente, per tutta la notte. Ieri, intanto, si sono ufficialmente insediati i seggi nelle 1.836 sezioni. Sono costituiti da un presidente, nominato della Corte d'appello competente per territorio, quattro scrutatori e un segretario. Sempre ieri i candidati e i partiti che li sostengono hanno potuto tirare il fiato dopo un mese abbondante di comizi, incontri con gli elettori e schermaglie verbali sui social e sui giornali. La giornata di silenzio e di riflessione è stata sostanzialmente rispettata da tutti. I big dei vari partiti si sono regalati 24 ore di pausa in attesa di scoprire che cosa riserveranno le urne. Anche nell’isola i pronostici non sono scontati. Vengono considerati contendibili diversi seggi e, in particolare il seggio alla Camera di Cagliari, per il quale corrono l'ex governatore Ugo Cappellacci, per il centrodestra, e Andrea Frailis per il centrosinistra, e il seggio senatoriale di Sassari conteso dal filosofo Marcello Pera (FdI) e da Gavino Manca (Pd).

C’è poi l’incognita del non voto, che potrebbe diventare, in qualche caso, decisiva. Nel complesso la campagna elettorale è stata accesa nei toni ma corretta nella sostanza. I candidati e tanti big nazionali hanno battuto l’isola dal nord al sud fra comizi in piazza, incontri nei teatri, volantinaggi e gazebo. In qualche caso, ha funzionato, soprattutto nei piccoli Comuni, il porta a porta perché mai come questa volta c’è il rischio di un forte astensionismo. C’è poi ancora un gran numero di elettori indecisi su chi votare, e anche questa è un’incognita tutt’altro che trascurabile. La novità, rispetto alle precedenti elezioni è stato l’utilizzo di Facebook e delle altre piattaforme social, dove non sono o mancati i battibecchi fra i candidati e gli elettori. I temi su cui i partiti si sono confrontati a distanza – i dibattiti a più voci sono stati pochissimi – hanno seguito in gran parte la traccia di quelli nazionali, come il caro energia e la guerra in Ucraina.

Ma, in chiave sarda, hanno tenuto banco anche il problema dei lavoro e della difesa dei salari dall’inflazione, della sanità, dei trasporti (in particolare la prossima continuità territoriale aerea) e il tema dell’insularità in Costituzione ancora da riempire di contenuti. Sono mancati i grandi appuntamenti in piazza. L’ultima convention della coalizione di centrodestra si è svolta al Teatro Massimo di Cagliari mentre il centrosinistra ha chiuso la sua campagna elettorale nei quattro capoluoghi sardi con maxischermi collegati in diretta con la manifestazione nazionale di Piazza del Popolo a Roma. Il Movimento Cinque stelle ha invece scelto di affidarsi al web e ha diffuso sui social un videomessaggio del leader Giuseppe Conte che ha fatto leva sui temi cari al Movimento, a cominciare dal reddito di cittadinanza e dal salario minimo. Le votazioni di oggi, oltre a eleggere i rappresentanti sardi a Roma avranno un peso anche nel governo della Regione.

Tra i candidati ci sono un assessore in carica (Lampis) e diversi consiglieri. Solinas ha più volte annunciato un rimpasto in giunta ed è scontato che i risultati di domani avranno un peso nella ridistribuzione delle deleghe. Vedremo chi vedrà crescere i consensi e chi dovrà rassegnarsi a cedere qualche delega. ( a.l.)

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