La Nuova Sardegna

Agricoltura

Olio, produzione in calo del 30%: colpa del cambiamento climatico

Olio, produzione in calo del 30%: colpa del cambiamento climatico

I dati di Coldiretti per la Sardegna. Il lato positivo: la qualità è ottima

28 novembre 2022
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Sassari Cala drasticamente la produzione di olio extravergine di oliva in Sardegna. Meno prodotto, ma di alta qualità. È quanto emerge nella Giornata internazionale dell'olio festeggiata in tutti i mercati di Campagna Amica, dalle stime elaborate da Coldiretti Sardegna e l'organizzazione produttori olivicoli Apos, quando ormai si è superata la metà della raccolta, si stima un calo di produzione di oltre il 30% rispetto alle 3.613 tonnellate di olio prodotti lo scorso anno. Quella di quest'anno sarà una produzione inferiore alla media degli ultimi quattro anni (2018 - 2021) che è stata di 3.416 tonnellate. In calo anche la produzione nazionale, con - 37% secondo le stime Ismea insieme a Italia olivicola e Unaplol.

La situazione in Sardegna non è omogenea. Nel sud, infatti, dopo alcune stagioni negative, quest'anno la produzione è in rialzo nonostante la siccità e le alte temperature e sarà migliore rispetto alla disastrosa dello scorso anno. Male invece nel centro e nord Sardegna dove la produzione crolla dal 30 al 50%.

«Il motivo del calo produttivo - spiega Antonello Fois, presidente di Apos Sardegna e titolare di Accademia olearia ad Alghero - è dovuto da una parte all'alternanza insita nella tipologia di coltivazione, ma anche ai fenomeni di temperature molto elevate in un periodo delicato per l'annata che è quello della fioritura e allegagione fino ad inizio raccolto. Le alte temperature e le poche precipitazioni hanno quindi fatto soffrire le piante ed influito nella fruttificazione e quindi sulla produttività».

Secondo il presidente di Apos «il crollo di produzione di olio è generalizzato in tutto il bacino del Mediterraneo. In Puglia e Spagna, maggiori produttori, si hanno cali del 50% rispetto allo scorso anno». Ma se si perde in quantità diverso è invece il discorso per la qualità: «Il lato buono dell'aumento delle temperature è che ha inficiato il lavoro della mosca, evitando gli attacchi alle olive e consentendo di non fare trattamenti. Questo ci consente di avere un prodotto più sano e di maggiore qualità». Il tutto all'interno di un aumento generalizzato dei costi: «È un argomento molto delicato che ci fa viaggiare su molte incertezze - evidenzia Antonello Fois - sono cresciuti sia quelli di produzione, preparazione e raccolta».

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