La Nuova Sardegna

I nuovi orizzonti delle vacanze

Pronto lo spot per il turismo del futuro, l’isola è una destinazione sostenibile

di Marco Bittau
Pronto lo spot per il turismo del futuro, l’isola è una destinazione sostenibile

Nel seminario di studio organizzato da Geasar focus sulle potenzialità delle buone pratiche

02 gennaio 2023
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Olbia Forse ancora non lo sa, ma la Sardegna ha tutte le carte in regola per proporsi come isola laboratorio del turismo sostenibile. Peraltro, l’unico possibile, in prospettiva, in un mondo insidiato da guerre, pandemie, crisi energetiche e devastanti mutamenti climatici. È il quadro emerso nel corso di un seminario di studi organizzato da Geasar (società di gestione dell’aeroporto Olbia Costa Smeralda) profeticamente denominato “Destinazione sostenibilità”. Sì, perché il tema era proprio incentrato su quanto incide la sostenibilità ambientale, sociale ed economica sull’attrattività di una destinazione turistica. Nel caso specifico, la Sardegna. Al risultato – cioè la definizione di buone pratiche di sostenibilità applicate al turismo nell’isola – hanno concorso partner illustri come la stessa Geasar, la società di analisi e consulenza Deloitte, l’Università di Sassari - Polo universitario di Olbia, la compagnia aerea easyJet, Federalberghi, imprese turistiche all’avanguardia come il gruppo sardo Delphina hotel & resort, operatori turistici che operano nei servizi outdoor come la Rete ecoturismo Sardegna.

Detta le coordinate lo studio “Obiettivo sostenibilità - Nuove traiettorie di sviluppo per il turismo italiano” realizzato dalla società Deloitte e illustrato dall’analista Fabio Giuffrida. A quel punto il seminario si è sviluppato con un confronto che ha risposto positivamente al quesito fondamentale, cioè comprendere se nel mercato dell’industria delle vacanze la Sardegna può essere posizionata con la connotazione di “destinazione sostenibile”. E, conseguentemente, trarne valore aggiunto.

Una tesi sostenuta dall’esperienza di studio di docenti universitari come Giacomo Del Chiappa e Antonio Usai, ma avvalorata soprattutto dalla pratica sul campo di albergatori come Delphina, che del turismo sostenibile hanno fatto la loro missione aziendale.

Il punto è individuare il potenziale della destinazione turistica di fare leva sulla sostenibilità per accrescere l’attrattività, alla luce delle nuove tendenze di mercato. In questo perimetro la Sardegna ci può stare, ma deve rispettare ben determinati parametri e condizioni. «Lo sviluppo turistico sostenibile – ha ricordato Giacomo Del Chiappa, che insegna Gestione delle imprese e marketing del turismo – è orientato una buona qualità della vita per la comunità locale, la soddisfazione dei visitatori e un uso responsabile delle risorse economiche, ambientali e sociali del territorio. Tutto ciò con un armonico coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti nella filiera turistica».

Geasar e easyJet, cioè aeroporto e compagnia aerea, nella catena del turismo sostenibile hanno ruoli ingrati, ma molto stanno facendo con programmi di abbattimento delle emissioni, con piani di rinnovo della flotta aerea, con l’adozione della mobilità elettrica. Così Mario Garau, routes development manager Geasar, ha ricordato che la società ha presentato un suo rapporto di sostenibilità (diventerà un obbligo di legge per tutti) sulla governance dell’aeroporto.

L’avamposto della sostenibilità restano comunque le aziende alberghiere. Lì si misurano molti valori della “destinazione sostenibile” e sempre lì la Sardegna mostra il tanto che può dare e anche il limite che non può superare. Paolo Manca, presidente di Federalberghi, spiega come la categoria stia riflettendo sul peso schiacciante della concentrazione turistica in un breve periodo di tempo, con effetti che, almeno a prima vista sembrano l’esatto contrario della sostenibilità.

Proprio tra gli albergatori ci sono però imprese d’eccellenza che promuovono l’isola sostenibile nel mondo. «Nel nostro dna aziendale – dice Elena Muntoni, manager del gruppo Delphina – ci sono progetti consolidati di sostenibilità ambientale come la riduzione di emissioni in atmosfera. E poi progetti di sostenibilità sociale come la promozione e la vendita di prodotti a chilometro 0».

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