Più ambulanze in Sardegna, ma senza medici: a bordo per ora gli infermieri
Areus ha approvato il nuovo Piano per gli equipaggi e il soccorso del 118. Non ci sono professionisti da reclutare per i 19 mezzi medicalizzati aggiuntivi
i Luigi Soriga
Sassari La Sardegna si appresta ad accogliere il nuovo Piano di riorganizzazione delle rete territoriale dei mezzi del 118. Il documento appena approvato da Areus, prevede un incremento di 19 postazioni avanzate, che dalle attuali 28 attive sull’intero territorio regionale, diventerebbero 47. A dirla tutta siamo ancora sotto i parametri di legge, dal momento che il decreto ministeriale 70/2015, è molto rigoroso: prevede un mezzo di soccorso avanzato (con medico a bordo) ogni 60mila abitanti, con la copertura di un territorio che non sia superiore a 350 kmq per le zone con difficoltà di accesso. Se si dovessero rispettare questi dettami ministeriali, con le sue caratteristiche demografiche la Sardegna avrebbe bisogno di 69 ambulanze medicalizzate. Ma visto le forze in campo, l’implementazione programmata da Areus, con il passaggio da 28 a 47 postazioni avanzate, è già un enorme passo avanti.
La ripartizione
Gli ambiti geografici ottimali di intervento sono 41, individuati sulla base di popolazione, estensione territoriale, numero di interventi 118, e distanza dagli ospedali di riferimento. Ecco l’elenco delle sedi: Ales, Alghero, Bitti, Bono, Bosa, Cagliari 1, 2, 3, Capoterra, Carbonia, Decimomannu, Elmas, Galtellì, Ghilarza, Giba, Iglesias, Isili, Jerzu, Lanusei, Macomer, Mamoiada, Monserrato, Muravera, Nuoro, Olbia 1,2, Oristano, Ozieri, Palau, Porto Torres, Pula, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, San Gavino Monreale, Sanluri, Sassari 1,2,3, Sedini, Senorbì, Siniscola, Sinnai, Sorgono, Tempio Pausania, Terralba, Thiesi, Tortolì.
A questi mezzi medicalizzati, si affiancano anche 203 postazioni con mezzo di soccorso di base (con soli volontari a bordo), con 7 ambulanze aggiuntive rispetto alle 196 attuali. I distretti di competenza sono sempre 41, come per le avanzate.
Le criticità
Non ci sono medici dell’emergenza urgenza arruolabili, perciò al momento l’unica possibilità per Areus è quella di mettere in campo delle postazioni non propriamente avanzate, ma quelle infermieristiche, denominate India. «Per loro esiste un costante supporto medico/clinico a distanza erogato dalle centrali operative 118 collegate in tempo reale per la gestione degli eventi sul campo», si legge nella relazione. Areus è molto ottimista sulla efficienza dei mezzi India, e l’esperienza dei mesi scorsi e di altre realtà regionali, secondo i dirigenti Areus, supporterebbe questo progetto. «Questa tipologia di mezzo avanzato opera infatti stabilmente da anni a Tortoli e Macomer e quest’anno è stato avviato in via sperimentale su Cagliari città – spiega la direttrice Areus Cinzia Bettelini – La presenza dell'infermiere a bordo consente la trasformazione da mezzo di soccorso di base a mezzo di soccorso avanzato, in grado di compiere tutte le attività previste dalla sua specifica formazione. Nel periodo estivo (giugno-settembre) considerato l’afflusso di turisti e l’incremento dei casi 118 le infermieristiche hanno operato con grandi risultati soprattutto nelle postazioni stagionali aggiuntive di La Maddalena, Santa Teresa, Carloforte, San Teodoro, Chia e Cuglieri». Il problema di un mezzo India è che l’infermiere a bordo può intervenire in maniera efficace per un raggio ristretto di casistiche perché non può effettuare terapia e nè diagnosi del paziente, e anche il supporto a distanza di un medico non sempre è risolutivo e funziona seguendo una serie di protocolli codificati. Quindi l’infermiere salva sicuramente una vita in caso di arresto cardiaco, con un’iniezione di adrenalina. L’overdose, con il Narcam, lo shock anafilattico con l’adrenalina. Ma già su un paziente che presenta una polmonite, difficilmente un infermiere potrà eseguire una cura, e il medico a distanza potrà guidarlo in una terapia.
Il caso Sardegna
La Sardegna oltretutto non è come la Lombardia, con presidi sanitari dislocati in modo capillare su tutto il territorio e pronti ad accogliere i pazienti. E con il personale dell’emergenza degli ospedali che ruota anche a bordo delle ambulanze del 118, supplendo alla cronica carenza di personale. La rete del soccorso, in Lombardia, lavora in condizioni più agevoli. Nell’isola invece i tempi di percorrenza delle ambulanze possono anche richiedere parecchi minuti, soprattutto se ci si allontana dagli ospedali delle città, e chi è in fin di vita potrebbe aver bisogno di un trattamento medico immediato, che un infermiere non è autorizzato ad eseguire. Areus tuttavia porta in campo una serie di emergenze risolte positivamente dall’equipe come quella di un giovane allievo della scuola sottufficiali della Marina Militare, entrato in arresto cardio-respiratorio, rianimato sul posto e trasferito prontamente in ospedale con l’elicottero. O pazienti con traumi del rachide, o un bimbo di un anno e mezzo in crisi respiratoria sull’isola di Budelli. Tutti casi risolti dall’ambulanza infermieristica.