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Italian sounding, la nostra cucina contraffatta: danni per miliardi all’economia nazionale

di Gian Marco Roffia *
Italian sounding, la nostra cucina contraffatta: danni per miliardi all’economia nazionale

Parmesan, Zottarella, Pomarola: sono solo alcuni dei prodotti spacciati per italiani

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Un proverbio cinese recita che mangiare sia uno dei quattro scopi della vita, e che nessuno sappia quali siano gli altri tre. Dal bisogno primario di nutrimento, fondamentale per il corpo umano, ora il piatto è diventato la tela ed il cuoco l’artista: cucina molecolare, destrutturata, fusion, macrobiotica, vegana, crudista, e chi più ne ha più ne metta. Per conoscere a fondo una cultura e un popolo, non bisogna studiare solo da una cartina geografica, ma anche dalla tavola: dimmi quel che mangi e ti dirò chi sei, disse il gastronomo francese Brillat-Savarin. Per noi italiani poi, il cibo diventa un vero motivo di orgoglio nazionale: riconosciuta come patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco, la cucina italiana dà origine a un giro d’affari di oltre duecento miliardi di dollari.

L’italiano è consapevole di quanto sia rinomato il suo cibo e perciò sceglie di utilizzare ingredienti a chilometro zero. All’estero invece avviene il processo contrario: i prodotti made in Italy vanno a ruba, lasciando sugli scaffali gli ingredienti locali. Per questo, si verifica il fenomeno dell’Italian Sounding, che consiste nell’uso di parole che potrebbero sembrare italiane ad uno straniero, insieme a riferimenti geografici e combinazioni cromatiche del tricolore: nasce quindi il Parmesan, imitazione del Parmigiano Reggiano, la salsa Pomarola, commercializzata in Argentina, e la versione tedesca della mozzarella di bufala Zottarella.

È stata creata per questo l’applicazione per cellulare Authentico, che permette con un clic di verificare se il prodotto che si consuma sia effettivamente italiano, una volta scansionato il codice a barre. Si stima che solo un prodotto made in Italy su tre sia realmente proveniente dalla Penisola, comportando un danno di circa cinquantacinque miliardi di dollari all’economia italiana. D’altronde, come disse il geografo francese Jean Brunhes, mangiare è incorporare un territorio.

* Gian Marco frequenta il Liceo Classico Azuni a Sassari

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