La Nuova Sardegna

Il caso

Quell’acqua sprecata: nell’isola se ne perde più della metà

Quell’acqua sprecata: nell’isola se ne perde più della metà

Secondo i dati Istat il 51,3% non arriva ai rubinetti

22 marzo 2023
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Sassari La Sardegna continua a sprecare acqua: più della metà di quella immessa nelle reti finisce dispersa. In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, che si celebra oggi, l’Istat ha diffuso i dati su un’indagine incentrata sulla risorsa idrica.

In uno scenario in cui nella rete di distribuzione vanno sprecati in media 157 litri di acqua al giorno per abitante restano particolarmente ingenti le perdite idriche nelle aree del Centro e del Mezzogiorno. Sebbene le perdite abbiano un andamento molto variabile, le differenze territoriali e infrastrutturali ripropongono la consolidata geografia di situazioni più critiche concentrate nelle aree del Centro e Mezzogiorno, nei distretti idrografici della fascia appenninica e insulare.

I valori più alti si rilevano, nel 2020, nei distretti Sicilia (52,5%) e Sardegna (51,3%), seguiti dai distretti Appennino meridionale (48,7%) e Appennino centrale (47,3%). Nel distretto del Fiume Po l'indicatore raggiunge, invece, il valore minimo, pari al 31,8% del volume immesso in rete; l'indicatore risulta di poco inferiore al dato nazionale nei distretti Alpi orientali (41,3%) e Appennino Settentrionale (41,1%). In nove regioni le perdite idriche totali in distribuzione sono superiori al 45%, con i valori più alti in Basilicata (62,1%), Abruzzo (59,8%), Sicilia (52,5%) e Sardegna (51,3%).

Di contro, tutte le regioni del Nord hanno un livello di perdite inferiore a quello nazionale, ad eccezione del Veneto (43,2%); il Friuli-Venezia Giulia, con il 42,0%, è in linea con il dato nazionale. In Valle d'Aosta si registra il valore minimo (23,9%), seppur in aumento di circa due punti percentuali rispetto al 2018. In circa una regione su quattro le perdite sono inferiori al 35%. Circa una provincia/città metropolitana su due ha perdite idriche totali in distribuzione superiori al dato nazionale.

Le fonti d'acqua sotterranea costituiscono la modalità di approvvigionamento prevalente in Italia, con quote superiori al 75% in tutti i distretti idrografici, ad eccezione della Sardegna, dove poco meno del 22% del prelievo deriva da sorgente o pozzo. Quasi sette milioni i residenti non sono allacciati alla rete fognaria pubblica. L'Istat stima che nel 2020 circa nove abitanti su dieci (88,7% dei residenti) sono allacciati alla rete fognaria pubblica, indipendentemente dalla disponibilità di impianti di trattamento successivi. I residenti non allacciati sono, nel complesso, 6,7 milioni. Il servizio è completamente assente in 40 comuni, dove risiedono 386mila abitanti (0,7% della popolazione), situati soprattutto in Sicilia (25 comuni).

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