Il direttore Michele Comenale: «Laureati moderni che avranno molteplici sbocchi occupazionali»
«Qui si imparano i buoni principi del vivere civile»
Un pensiero del grande giurista Salvatore Satta appare nella homepage del sito internet del dipartimento di Giurisprudenza di Sassari. Quasi un monito gentile e al contempo un invito rivolti agli studenti. Scrive Satta che «la scienza giuridica, più che qualunque altra scienza, richiede un impegno morale in chi la professa». Quanto è attuale oggi questo principio e come farne comprendere l’importanza a un giovane che si sta affacciando a questo percorso di studi? A rispondere a questa e altre curiosità su un mondo in perenne evoluzione è Michele Comenale, direttore del dipartimento di Giurisprudenza di Sassari e, prima di questo incarico, coordinatore del corso di dottorato in Scienze giuridiche. Sessantadue anni, nativo di Potenza, Comenale è professore ordinario di Diritto della navigazione. Un curriculum di spessore che vanta tra le altre cose un dottorato di ricerca in Diritto dei trasporti nell’Università di Messina, special e visiting student nell’Institute of air and space law della McGill University di Montreal (Canada). Dal 2010 vicedirettore della Rivista del diritto della navigazione (classe Anvur). E, sempre dallo stesso anno, vicepresidente di Alada - Asociación latino americana de derecho aeronáutico y espacial. Dal 2013, Comenale è anche “miembro correspondiente” dell’Instituto uruguayo de derecho aeronáutico del espacio y de aviación”.
«In tutti i suoi corsi – risponde a proposito del pensiero di Satta – il Dipartimento è impegnato a trasmettere i principi etici su cui si basa il vivere civile. La giurisprudenza è la ricerca del migliore, possibile diritto, dove il possibile fa i conti con la realtà e i limiti che questa impone, il migliore invece riguarda i valori che concorrono all’elaborazione del giusto. La carriera giuridica ha a che fare con questa costante ricerca per la quale non ci sono risposte preordinate, ma una continua riflessione critica, basata su confronto, ragionamento, ricerca della verità, come ci è stato tramandato dai grandi Maestri che hanno insegnato nella nostra Università».
«Per questo ai nostri studenti spieghiamo che non basta conoscere il diritto positivo, inteso come l’insieme delle norme che compongono l’ordinamento giuridico. Il giurista oggi deve saper leggere e interpretare la società, le istituzioni, l’economia, la politica. Capire i segni dei tempi e come fronteggiare gli interrogativi che l’incessante sviluppo tecnologico e scientifico pone all’uomo della strada. La medesima sensibilità ai temi dell’etica e della giustizia è condivisa, nelle rispettive specifiche prospettive, anche negli altri percorsi formativi del Dipartimento, dedicati alle scienze politiche e alla sicurezza e cooperazione internazionale. Nei nostri corsi abbiamo introdotto numerose discipline che affrontano il tema della giustizia e del conflitto, come quello di Etica professionale, Mediazione, Giustizia riparativa, Cliniche legali, così come altre materie trattano i problemi dell’attualità, come Diritto e genere. Lo studente che si iscrive a Giurisprudenza sa bene, sin dal primo anno, che la sua conoscenza dovrà essere aggiornata continuamente e che deve essere disponibile all’apprendimento in un’ottica di cultura multidisciplinare».
Vantate anche una lunga attività di cooperazione accademica internazionale. I programmi di “mobilità studentesca” quanto sono importanti per la crescita dello studente?
«Attualmente, il Dipartimento ha stipulato oltre 70 accordi bilaterali Erasmus, con Università di tutta Europa (fra le quali Spagna, Portogallo, Francia, Paesi Bassi, Germania, Polonia, Lituania, Ungheria, Austria, Slovenia, Croazia, Romania, Grecia, Cipro, Malta, ecc.), circa 30 convenzioni internazionali con Università nel mondo (specie in America Latina, Balcani ed Europa dell’Est) e numerosi accordi con centri di ricerca, istituzioni e imprese, studi professionali europei. Il Dipartimento, inoltre, fa parte dell’European Law Practice Intergrated Studies, rete di eccellenza internazionale che apre ulteriori opportunità ai propri studenti dei corsi giuridici.
Fra i docenti illustri di Giurisprudenza, l’ateneo “sfoggia” persino due presidenti della Repubblica, Antonio Segni e Francesco Cossiga. Una bella eredità da custodire, preservare e trasmettere ai ragazzi.
«A questi illustri uomini politici, aggiungerei i contributi dei Maestri che col loro sapere hanno plasmato la nostra storia e l’immagine della Sardegna, tra questi vorrei ricordare Antonio Pigliaru (a cui è dedicata la Biblioteca), riscoperto in questi ultimi decenni, che ha codificato l’ordinamento barbaricino, attraverso lo studio delle regole della vendetta. La facoltà di Giurisprudenza e il Dipartimento, che ne ha raccolto l’eredità, sono strettamente legati alla vita e all’opera di personalità che hanno ricoperto le più alte cariche della Repubblica. Ne siamo consapevoli e orgogliosi. E cerchiamo di valorizzare il passato perché rappresenti un messaggio positivo per l’avvenire. Per limitarci alle iniziative più recenti, vorrei ricordare che un nostro ricercatore, Salvatore Mura, ha presentato il carteggio fra Antonio Segni e i giuspubblicisti al Quirinale. Alla presenza del Presidente Mattarella, ne hanno discusso Giuliano Amato, Omar Chessa e l’accademico dei Lincei Massimo Luciani.
Avete un patrimonio librario di grande valore e una biblioteca ricchissima che risponde anche alle esigenze degli studenti con deficit cognitivi, di mobilità, visivi. Un’Università, insomma, sempre più inclusiva.
«La biblioteca Pigliaru, in corso di risistemazione e condivisa con il Dipartimento di Economia, ha un prezioso patrimonio librario il cui nucleo centrale risale all’antica biblioteca dell’Istituto giuridico della facoltà di Giurisprudenza. La dotazione di opere giuridiche, politologiche e storiche è molto ricca. Di recente si sono aggiunte le risorse digitali, di cui è previsto l’incremento. Vorrei sottolineare l’importanza della biblioteca accessibile che va incontro alle esigenze di studenti con particolari difficoltà nella lettura, offrendo anche strumenti compensativi digitali in comodato d’uso gratuito».
Ci sono tre temi sui quali il Dipartimento sta investendo molte risorse: parità di genere, mediazione, continuità territoriale. Quanto sono importanti in chiave occupazionale per i futuri laureati?
«La parità di genere affronta un tema centrale per la nostra Università che, nel gennaio 2022 si è dotata di un Piano per la parità di genere - Gender Equality Plan (Gep), nel rispetto delle indicazioni della Crui e della Direzione generale per la ricerca e l’innovazione della Commissione Europea. Si tratta di un documento che ha il fine di promuovere l’equilibrio di genere nei gruppi di ricerca, nei processi decisionali, nella ricerca e nell’innovazione attraverso un piano triennale di azioni positive. Il nostro Dipartimento è in prima fila nell’attuazione del Gep attraverso l’opera della delegata rettorale, la professoressa Maria Antonietta Foddai. Quest’anno abbiamo attivato il corso di “Diritto e genere” molto apprezzato dai nostri studenti e studentesse a cui si aggiunge l’iniziativa dei laboratori aperti a tutta la comunità studentesca dell’Ateneo su “Identità di genere e diritti”, in cui si discutono i temi al centro del dibattito pubblico che riguardano il faticoso processo di definizione dell’identità personale, coniugato con le tutele offerte dal diritto».
Poi c’è la mediazione.
«Un tema su cui da più di dieci anni lavoriamo è quello delle nuove forme di giustizia consensuale, basate sulla mediazione delle controversie. Il nostro Centro universitario di Mediazione, istituito nel 2011 e diretto dalla Foddai, è stato riconosciuto come centro di eccellenza nelle valutazioni nazionali. Negli anni ha formato centinaia di mediatori e mediatrici, fornito supporto per i corsi di aggiornamento degli ordini professionali, istituito accordi di cooperazione internazionale con l’Università Complutense di Madrid, Cantabria, Udem (Montreal) e con Università italiane, come Firenze e Siena. Il nostro corso di Giurisprudenza è l’unico in Italia ad avere un corso obbligatorio di Mediazione. Gli studenti lavorano su casi concreti, preparando atti e simulando la procedura di mediazione, ma anche su processi civili e penali».
Per questo siete anche “campioni” di mediazione?
«Ogni anno, dal 2016, partecipiamo alla competizione nazionale di Mediazione. La nostra squadra, allenata dalla dottoressa Sabine Chiarella, ha riportato l’argento nel 2016, nel 2022 e nel 2023. E l’oro nel 2017».
Sul tema trasporti, invece?
«Il Dipartimento, anche nell’ottica di contribuire a dare risposte alle esigenze economiche e sociali dell’isola, ha al suo interno un gruppo di ricerca consolidato che, fra l’altro, si sta occupando dei collegamenti aerei e marittimi da e per la Sardegna e della mobilità interna e relative interconnessioni».
Parliamo di post laurea. Cosa offrite in tal senso?
«Il Dipartimento è sede della scuola di specializzazione per le professioni legali e della scuola forense con convenzioni attualmente con gli ordini degli avvocati di Sassari, Nuoro e Tempio. Inoltre, il Dipartimento offre dal 2013 attività di formazione in materia di mediazione civile, familiare e penale, nonché il Deca Master, ossia un master di secondo livello in diritto ed economia per la cultura e per l’arte».
Quali professioni può intraprendere oggi un laureato in Giurisprudenza? Non solo avvocati e magistrati sembra di capire.
«Naturalmente gli sbocchi professionali oggi sono molteplici e tengono conto delle esigenze di un mercato in continua evoluzione, con particolare attenzione ai processi di globalizzazione e digitalizzazione. Il Dipartimento assicura una formazione che ai laureati non solo consente di accedere alle tradizionali professioni legali e forensi, ma anche di essere preparati a svolgere incarichi di rilievo nella pubblica amministrazione (funzionari e dirigenti), nell’insegnamento, nelle imprese del settore privato (ad esempio, nel settore bancario) nella carriera diplomatica, nelle organizzazioni internazionali e nelle istituzioni dell’Unione europea».
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