La Sardegna è il regno dei produttori di cannabis
Il 20 per cento di quella sequestrata nel territorio nazionale viene dalla Sardegna
Sassari Secondo i dati della Direzione centrale dei servizi antidroga (Dcsa) il 20 per cento delle droghe derivate dalla canapa e sequestrate sul territorio nazionale sono prodotte o comunque provengono dalla Sardegna. Una conferma, non una sorpresa. Una crescita decisa cominciata nel 2019 - in piena emergenza pandemica - e proseguita ininterrottamente. Tanto che nel 2022 è stato registrato il record di 30mila piante sequestrate.
L’isola continua a essere prediletta per le coltivazioni anche grazie alle particolari condizioni orografiche e climatiche: una situazione favorevole che ha consentito alle organizzazioni criminali di programmare attività su larga scala e di fare lievitare i ricavi fino a farne una voce di primo piano nei bilanci della criminalità organizzata che continua a guardare con grande interesse alla Sardegna proprio come centrale di produzione della “droga verde”. Nel 2021 la Sardegna, alla pari della Calabria, si è rivelata la regione con maggiori capacità produttive, prevalentemente di canapa e dei suoi derivati. I quantitativi rilevati - sempre secondo i dati resi noti dall’organizzazione del ministero dell’Interno, dimostrano che i sequestri effettuati dalle forze dell’ordine (indice comunque di una attenzione e di una azione di contrasto specifiche) sono aumentati del 471 per cento rispetto all’anno precedente. Si è passati dai 4143 chili a quasi 24mila.
Prendendo come riferimento il solo sequestro di Buddusò - quello da 8mila piante - lo smercio sul territorio nazionale ed estero avrebbe fruttato fino a 24milioni di euro. E il ricavato sarebbe stato ben più consistente in caso di spaccio al dettaglio su strada: cifre che possono essere comprese tra i 36 e i 49 milioni di euro. (g.baz.)