La Nuova Sardegna

"Connessioni"

Investire in formazione per tenere qui i talenti e rendere l’isola attrattiva

Investire in formazione per tenere qui i talenti e rendere l’isola attrattiva

Economisti, sociologi e imprenditori a confronto

29 ottobre 2023
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Sassari L’ex ministra e il bocconiano, l’economista e il sociologo, l’accademico e anche uno sguardo dall’Irlanda, per provare ad avere un’analisi comparata di problemi e soluzioni. In quasi quattro ore, al Padiglione Tavolara hanno preso la parola una quindicina di relatori di alto livello, che partendo dal tema iniziale – il capitale umano da utilizzare per “connettere la Sardegna” – hanno provato a proiettarsi lungo il percorso che porta all’isola di domani.

Giovanna Melandri, due volte ministra e oggi presidente di Human Foundation, ha spiegato come l’impact investing, ovvero la finanza a impatto, potrebbe fare al caso della Sardegna. «Si tratta di investimenti da parte di fondi, imprese o organizzazioni che generano un impatto ambientale o sociale positivo e misurabile, affiancato a un rendimento finanziario. Non stiamo parlando di filantropia – ha sottolineato –: gli investimenti devono essere sostenibili dal punto di vista finanziario e produrre un rendimento».

«Ho sentito alcuni giovani parlare della voglia di restare nell’isola: la loro voglia di fare, è musica per le mie orecchie», ha sottolineato Maurizio De Pascale, presidente regionale di Confindustria, mentre il sociologo Damiano Razzoli è partito dall’esempio di un grande sardo emigrato per scelta, Costantino Nivola, per arrivare a ragionare sul capitale umano mettendo insieme creatività, cultura e connettività. Benedetta Cosmi, coordinatrice del laboratorio Eurispes sul capitale umano, ha sottolineato come «il risultato finale può essere deludente se non si investe nel modo giusto. Per troppi anni le idee non contavano ma contavano i soldi, il capitale umano si è perso così. Per la Sardegna la nuova scommessa è l’attrattività, fare arrivare persone da fuori. A quel punto torneranno nell’isola anche i sardi che erano andati a inseguire i loro sogni lontano della Sardegna». «Bisogna provare a capire – ha suggerito Ezio Fregnan (Comau Academy) – in che modo accompagnare i giovani verso un mondo in cui l’intelligenza artificiale sarà sempre più importante, ma in l’intelligenza umana lo sarà ancor di più. Puntiamo sul lavoro, formazione, specializzazione». Secondo Romano Benini (segreteria tecnica del ministero del Lavoro), «la Sardegna non deve puntare solo sul turismo ma sfruttare l’effetto qualità della vita e investire sulla formazione», mentre per Maurizio Del Conte, docente della Bocconi di Milano, «è un momento in cui c’è bisogno di nuove competenze, manca un sistema di formazione raggiungibile per tutti e che orienti i giovani verso ciò che realmente serve». Interessanti anche gli interventi di Charlie Boyle, collegato dall’Irlanda, Gabriele Ruiu, docente di statistica sociale, e Gianni Bocchieri (Pnrr Stato-Regioni). Due rappresentanti delle istituzioni, il sindaco Nanni Campus e Giacomo Spissu (Fondazione di Sardegna, hanno concordato sul fatto che «non ci si può più permettere di perdere neanche un euro dei fondi e per questo serve un dibattito di livello elevato». (a.si.)

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