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Istruzione

Gap di genere nella matematica, le ragazze restano indietro

Gap di genere nella matematica, le ragazze restano indietro

Apprendimento delle materie Stem, nella provincia di Sassari il divario maggiore Il confronto tra l’esito delle prove Invalsi in terza media mette l’Italia in coda all’Ue

07 febbraio 2024
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Sassari In appena 9 province italiane le ragazze raggiungono risultati migliori, in tutte le altre restano nettamente indietro rispetto ai ragazzi nell’apprendimento della matematica e delle altre discipline Stem. E quella in cui il gap di genere è più ampio è la provincia di Sassari: nel nord Sardegna, a fronte di una differenza media di 4,2 punti, il divario raggiunge quota 9,2. A elaborare i dati e le percentuali è Openpolis sulla base dei risultati dei test Invalsi di un anno fa a livello provinciale. La fascia d’età presa in considerazione è quella di studenti e studentesse di terza media.

L’analisi In Italia, il 43,6% degli alunni di terza media ha un livello di competenza numerica non adeguato rispetto al proprio grado di istruzione. Rispetto ai 15enni oggetto della rilevazione Ocse-Pisa relativa al 2022, la prima post-pandemia, si tratta di ragazze e ragazzi di un paio di anni più giovani. Dalle elaborazioni, viene fuori che già in terza media, le ragazze con competenze numeriche non sufficienti sono il 45,8%, mentre tra i maschi la quota scende al 41,6%. Uno scarto di oltre 4 punti, che, fa notare Openpolis, non è omogeneo sul territorio nazionale.

Il gap si allarga Il divario più ampio, nelle prove Invalsi di terza media, si è registrato nel territorio di Sassari, con 9,2 punti di differenza tra i risultati negativi delle ragazze (63,3% insufficienti nella provincia isolana) e dei ragazzi (54,1%). Seguono Matera (8,8) e Napoli (7,5), ma superano i 7 punti di distacco anche Imperia, Mantova e La Spezia.

Le eccezioni Solo in 9 province (8% del totale) le studentesse vanno meglio dei maschi in matematica e una di queste si trova nell’isola. Si tratta infatti dell’area del Sud Sardegnam che condivide questa “diversità” con Savona, Ascoli Piceno, Bolzano, Crotone, Sondrio, Caltanissetta, Chieti, Prato. Tuttavia, mentre a Sondrio e Ascoli Piceno la quota di alunne con risultati inadeguati è molto inferiore alla media nazionale (rispettivamente il 25,3% e il 33,4%), in province del mezzogiorno come Crotone e Caltanissetta supera il 60%.

In Europa Il dato dell’Italia spicca tra tutti i paesi Ocse. Nonostante in quasi tutti resista un gap di genere,è molto meno marcato di quello italiano. Tra i maggiori stati Ue, Francia, Germania e Spagna si attestano su un divario che è circa la metà di quanto rilevato nel nostro Paese. L’analisi di Openpolis sottolinea come questa “ specificità nazionale non debba essere sottovalutata, perché è destinata a condizionare il percorso di studi successivo e quindi lo stesso avanzamento nelle politiche per la parità di genere. Divari così ampi negli apprendimenti sono destinati ad acuire le disparità di genere”. Non bisogna dimenticare infatti che le discipline scientifiche sono quelle che in linea generale offrono i percorsi di carriera più retribuiti e con maggiore stabilità. Una tendenza destinata a rafforzarsi considerato il sempre maggiore impatto delle tecnologie nella vita quotidiana. Per questo la battaglia contro i divari di genere, e la lotta per la parità salariale, passa anche dal potenziamento delle Stem in tutti i livelli di istruzione. E dall’abbattimento degli stereotipi di genere in base ai quali le ragazze partono da una condizione di svantaggio: spesso il contesto familiare è condizionante nell’indurle a credere di essere meno portate dei maschi all’apprendimento delle discipline scientifiche. Ma il fatto che la condizione di svantaggio femminile non sia affatto scontata lo dimostrano i risultati di alcuni paesi, tra cui quelli scandinavi. In Svezia la differenza nei risultati è contenuta e non statisticamente significativa; in Finlandia si registra addirittura un vantaggio femminile nelle competenze matematiche. (si. sa.)

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