La Nuova Sardegna

Elezioni regionali 2024
L’intervista

Il ministro Francesco Lollobrigida agli agricoltori sardi: «Stop alle rinnovabili nei campi»

di Claudio Zoccheddu

	Francesco Lollobrigida e Paolo Truzzu
Francesco Lollobrigida e Paolo Truzzu

Il sostegno a Truzzu in vista della Regionali: «Paolo ha le giuste capacità e competenze»

11 febbraio 2024
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Sassari Un fine settimana nell’isola per il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che ha passato due giorni in Sardegna tra le visite alle aziende e agli imprenditori agricoli, con un ritaglio dedicato alla “sua” Lazio, di scena sabato alla Domus contro il Cagliari, e alla Sartiglia, che però ha gustato solo di passaggio, tanto che ha subito messo in chiaro una cosa: «È un evento eccezionale, ritornerò per vederla tutta». Il vero obiettivo della visita, però, era il sostegno al suo amico Paolo Truzzu. «È vero, ma non solo. Conosco Paolo da quando eravamo ragazzi, ha valore, capacità e competenze. Spero che il centrodestra sappia ribadire il buon governo in quest’isola e reputo molto positivo quello che Truzzu ha fatto come sindaco di Cagliari. E poi abbiamo una coalizione ampia e unita».

A dire il vero non sembrava mentre si sceglieva il nome del candidato.

«C’è stata una discussione sulla migliore squadra da presentare e su chi dovesse guidarla. Per quanto ci riguarda, il migliore era Truzzu. In ogni caso confermo la nostra idea, poi condivisa da tutti gli alleati».

Protesta dei trattori, l’attualità è la parziale esenzione dell’Irpef dopo che il governo aveva deciso di non rinnovarla. Avete scelto di fare marcia indietro?

«Non è stata una marcia indietro, come sanno bene gli imprenditori agricoli. La nostra intenzione era aiutare gli agricoltori in difficoltà e farlo con le risorse che avevamo a disposizione. Inoltre, con un esenzione totale anche chi ha redditi milionari non pagherebbe nulla. Quando poi il ministero delle Finanze ci ha comunicato l’entità delle risorse disponibili, immediatamente abbiamo immaginato un provvedimento che andasse incontro ai più deboli».

L’agricoltura sarda ha tanti altri problemi, come risponde alle istanze del mondo delle campagne?

«Guardi, in questi ultimi 16 mesi ho lavorato molto bene con la collega Satta sulla valorizzazione alla promozione delle produzioni sarde. A Bruxelles abbiamo organizzato una cena tipica dell'isola con molti ministri europei proprio insieme alla Regione. Lo abbiamo fatto perché tutti capissero l’importanza e il valore di una regione straordinaria che ha grandi potenzialità. Proprio in quella cena è nata l’idea di rilanciare un gruppo di lavoro composto da 9 ministri dell’Euromed che si è riunito il mese scorso a Bruxelles proprio per affrontare i temi della logistica e dei problemi dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, spesso messi in secondo piano da altre nazioni che non hanno le stesse esigenze e lo stesso nostro modello di agricoltura e pesca, entrambi basati sulla qualità».

Ci sono anche altri grandi problemi. Ad esempio, la siccità e l’invadenza dei progetti per le energie rinnovabili. Cosa ne pensa?

«Per quanto riguarda la siccità, ho sollecitato la creazione di cabina di regia tra i ministeri che hanno competenza in questi settori, perché il 53% della risorsa viene destinata in agricoltura. La cabina di regia è presieduta dal ministro Salvini, che ha la maggior parte delle competenze. Poi abbiamo nominato un commissario, Nicola Dall’acqua, che sta affrontando il problema della scarsità delle risorse idriche. Adesso non ci resta che agire con rapidità e auspico che possa farlo chi ha le competenze specifiche. Sulle rinnovabili, invece, ho le idee chiarissime: non possiamo tollerare le multinazionali o le grandi società che per avere maggiori vantaggi nell’installazione degli impianto approfittano della debolezza della redditività agricola per comprera terra buona per produrre cibo e trasformarla in centrali che producono un ricchezza che in gran parte resta nelle mani delle società. Ovviamente siamo favorevoli alle produzioni energetiche da fonti rinnovabili, lo dimostra come, anche grazie agli agricoltori e agli 830 milioni di investimenti pubblici per superare il folle vincolo europeo dell’autoconsumo, siamo passati da una produzione “agricola” di 250 mega watt a un totale di 1000 mega watt. Ma tra questi impianti nessuno ruba la terra alle coltivazioni».

La Sardegna ha anche boschi e foreste. Come si possono trasformare in risorse economiche?

«Abbiamo stanziato 400 milioni per la valorizzazione delle filiere forestali. Siamo la prima nazione in Europa ad avere una strategia così completa e oggi anche l’Unione europea guarda al nostro esempio e lavora alla creazione di un strategia forestale comune».

Cosa le hanno chiesto gli agricoltori che ha incontrato in questi due giorni?

«Che dovrei ritornare ogni settimana, visto che come sono arrivato è iniziato a piovere. Scherzi a parte, mi hanno elencato le criticità del settore ma mi hanno anche ringraziato per alcuni provvedimenti che ho adottato. Ad esempio molti agricoltori erano soddisfatti del lavoro che abbiamo nel settore dell’ippica e dell'allevamento dei cavalli. Erano 20 anni che l’Italia non si impegnava in questo settore che deve essere rilanciato e che anche in Sardegna ha un grande peso specifico.

A proposito di cavalli, meglio la Sartiglia o la vittoria della Lazio alla Domus?

«Meglio la Sartiglia. Evento straordinario che mette in mostra una profonda connessione tra l’agricoltura e la tradizione. E poi ha enormi potenzialità turistiche».

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