La Nuova Sardegna

Il blitz delle delibere

Un “gioiello” a Porto Cervo scambiato per una palazzina

Un “gioiello” a Porto Cervo scambiato per una palazzina

Emergono particolari delle ultime decisioni della Giunta Solinas. La Regione permuta l’ex sede dell’Isola con un immobile a Cagliari per l’Arpas. Franco Cuccureddu (Orizzonte Comune): «Spero che la decisione si possa revocare»

02 marzo 2024
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Sassari La Regione aveva già tentato, senza successo, di mettere all’asta quell’immobile: 300 metri quadri di locale commerciale nella Sottopiazza delle Chiacchiere a Porto Cervo. Uno dei luoghi più famosi, iconici e cari (da punto di vista immobiliare) del mondo. Con il blitz di fine legislatura durante il quale la Giunta Solinas ha varato una sorta di Legge Omnibus delle delibere, l’obiettivo viene centrato. Non attraverso una vendita all’asta, ma con una permuta. La Regione aveva messo gli occhi su immobile di nuova costruzione in via Posada a Cagliari da destinare a nuova sede dell’Arpas. Prezzo chiesto dall’impresa: 19.950.000 euro. Valutazione dell’agenzia delle entrate 16 milioni 118mila euro (accettato dal venditore) Prezzo da pagare, per una struttura di 5mila metri quadri coperti, in parte con delle permute. La ditta venditrice ha potuto scegliere due immobili da un elenco di beni della Regione messi all’asta senza successo per almeno due volte. Così, i beni scelti sono stati l’ex alloggio del comandante dell’ex deposito carburante dell’aeronautica di via Cagna a Cagliari e, appunto, i locali dell’ex Isola a Porto Cervo. Questi ultimi sono stati valutati tre milioni e 150mila euro, il prezzo dell’ultima asta andata deserta.

Tra le decine (anzi: due centinaia) di delibere si comincia a andare nel dettaglio: «Spero che sia possibile tornare indietro rispetto a questa scelta - attacca Franco Cuccureddu, ex sindaco di Castelsardo leader e neo consigliere regionale di Orizzonte Comune - . In una visione Cagliari-centrica, per giustificare l’acquisto di un palazzo si cede un locale prestigioso e lo si fa in chiusura di campagna elettorale, due giorni prima del voto».

Cuccureddu ricorda che con la permuta degli ex locali dell’Isola (Istituto sardo organizzazione lavoro artigianale) a Porto Cervo non ci saranno più immobili di proprietà pubblica: «Questo significa che per fare qualunque iniziativa lì la Regione dovrà pagare. Dovrà bussare e chiedere permesso per entrare in uno dei luoghi più famosi nel mondo per il turismo. E non potrà chiedere ospitalità al Comune di Arzachena, perché neanche il Comune di Arzachena ha locali a Porto Cervo».

La Regione, come detto, ta tempo tentava di disfarsi dell’immobile, con due tentativi nel 2017 e nel 2019. Ma per Cuccureddu si tratta di una scelta sbagliata, anche per la modalità con cui è stata messa in pratica: «Si rinuncia a un locale che può essere utilizzato come vetrina nella località più famosa nel mondo. È come se la Regione Sicilia vendesse un proprio immobile a Taormina. La Regione non può non avere un locale in luoghi così».

Cuccureddu contesta anche la visione Cagliari-centrica: «Penso, da sardo e sassarese, che la Regione debba tornare nel territorio. Questo accentramento su Cagliari e l’abbandono del resto della Sardegna, ha portato anche a un divario di reddito pazzesco». (r.pe.)
 

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