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Le reazioni

Sfregio alla tomba di Berlinguer, Alessandra Todde: «Siamo vicini alla famiglia, gesto vergognoso»

Sfregio alla tomba di Berlinguer, Alessandra Todde: «Siamo vicini alla famiglia, gesto vergognoso»

Lettera di solidarietà alla famiglia del presidente del consiglio regionale Piero Comandini. Paolo Truzzu capogruppo di Fdi in consiglio regionale: «Attacco brutale alla figura di un grande sardo riconosciuto padre della Patria»

15 maggio 2024
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Cagliari «Permettetemi anche, a nome di tutta la giunta, di esprimere vicinanza alla famiglia Berlinguer. Vandalizzare una tomba è uno dei gesti più vigliacchi e vergognosi che si possano fare. Lo sfregio alla sua memoria, a 40 anni dalla sua scomparsa, rafforza ancora di più la battaglia che le Istituzioni devono condurre contro ogni deriva autoritaria. E mi fa piacere che tutte le forze politiche abbiano condannato in modo netto questa azione così deprecabile».

Paolo Truzzu capogruppo di Fdi: «È stato compiuto un attacco brutale e vigliacco alla figura di un grande sardo e di un riconosciuto padre della Patria».

Piero Comandini presidente del Consiglio regionale ha inviato una lettera di solidarietà ai familiari di Enrico Berlinguer: «Con grande tristezza ho appreso del vile gesto che ha colpito la vostra famiglia, la profanazione della tomba di Enrico Berlinguer è un atto vandalico che ci offende tutti, un attacco a quei principi di rispetto e democrazia in cui lui credeva e sui quali ha basato la propria vita culturale e personale».  «I suoi insegnamenti, per molti di noi in quegli anni giovanissimi, sono stati determinanti – si legge nella lettera - per la nostra formazione, Lui aveva una grande fiducia nei giovani e nel futuro e i valori e i sentimenti che, delicatamente e quasi timidamente, esprimeva hanno condizionato le nostre vite. Ecco che quando siamo adulti, se abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo, ci ricordiamo con nostalgia di quell’uomo che ci ha lasciato una grande eredità umana, culturale e politica, un’eredità che ha definito il vissuto e da come è stato vissuto è dipeso che uomini e donne siamo oggi. Purtroppo, a volte, questi insegnamenti mancano o vengono dimenticati e allora capita che non si sa quel che si fa. Voglio credere che le mani che hanno agito per compiere il vile gesto abbiano agito con incoscienza, senza una intenzionalità mirata a colpire la memoria di un uomo che ha segnato la storia. Continuerò ad essere custode – conclude Comandini – ma anche e soprattutto portatore di quei valori che mi ha trasmesso e che hanno contribuito ad essere l’uomo che sono».

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