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Top 1000: un anno di crescita per le aziende sarde, il personale la vera ricchezza

di Serena Lullia
Top 1000: un anno di crescita per le aziende sarde, il personale la vera ricchezza

Presentazione all’Olbia Expo dell’analisi del sistema imprenditoriale dell’isola, Stefano Sardara: «Più belli di come ci raccontiamo». Silvio Pippobello: «Fare sistema»

29 maggio 2024
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Olbia Top non solo nei numeri del fatturato. Resilienti ma soprattutto determinate, precise e con un patrimonio di risorse umane da fare invidia. L’analisi del Top 1000, l’inserto della Nuova Sardegna dedicato alle prime mille imprese sarde in ordine di ricavi secondo i bilanci approvati nel 2022, scatta una istantanea dell’isola che produce dai contorni rosa. E non solo perché i numeri su cui è costruito l’approfondimento sono i primi post pandemia.

Dal dibattito all’Olbia Expo, introdotto dal direttore della Nuova Sardegna Giacomo Bedeschi e coordinato dal giornalista Giuseppe Centore, emerge una Sardegna con un tessuto imprenditoriale che racconta di sé una versione molto meno luminosa della realtà. «I dati del Top mille ci dicono che la Sardegna c’è eccome – dice Stefano Sardara, presidente e ad di Acrisure –. Perché, per chi come me è convinto che l’asset più importante di una azienda siano le risorse umane, la Sardegna ne ha da vendere. E questi numeri dimostrano che noi produciamo tantissimo e abbiamo numeri importanti, al di là dei fatturati in crescita. Anche Acrisure ha chiuso il 2023 al doppio del 2022. Tutti cresceremo. Ma ciò che conta è che siamo presenti e forti. Ma per dna ci piangiamo addosso. Quando le cose vanno male siamo bravissimi a farlo notare, quando vanno bene, un po’ per pudore, un po’ per scaramanzia non lo stiamo a dire. In verità siamo più belli di quello che vogliamo raccontare. Le aziende funzionano veramente e quei numeri lo dimostrano. Dobbiamo cominciare a smettere di piangerci addosso e imparare a fare l’unica cosa che questo studio non ci può aiutare a fare. Sistema». L’appassionato intervento di Sardara prosegue idealmente nelle parole di Silvio Pippobello, amministratore delegato dei due aeroporti del nord Sardegna, Olbia e Alghero. «In un mondo che è sempre più globalizzato, i campanili non hanno più senso. Dobbiamo fare sistema. E noi negli aeroporti del nord Sardegna lo stiamo facendo. Abbiamo creato, di fatto, un sistema aeroportuale. Facciamo le cose insieme, seguiamo le stesse procedure, facciamo gli appalti insieme e soprattutto abbiamo un potere contrattuale nei confronti dei vettori. E i risultati si vedono. Cresce Olbia ma cresce anche Alghero». Ovviamente anche per un sistema aeroportuale di eccellenza esistono delle difficoltà. «Anche noi abbiamo difficoltà a trovare le professionalità che ci servono. Dobbiamo adeguarci a questo cambiamento. Un tempo eravamo noi a dire al candidato dopo il colloquio di lavoro “le faremo sapere”. Ora è il candidato a dircelo. Un cambio direzionale incredibile, ma dobbiamo adattarci, rivedere i nostri rapporti con il personale e anche con i sindacati. Lo stiamo già facendo». Cresce in modo “vertiginoso” per usare le parole dell’amministratore delegato Marcello Giannico, l’ospedale Mater Olbia. «Il prossimo anno ci classificheremo molto più in alto nella Top mille – dice nel suo intervento –. L’ospedale cresce con ritmi vertiginosi. Solo nei primi quattro mesi di quest’anno, senza contare maggio, rispetto allo stesso periodo del 2023 parliamo di un 30 percento in più. Attualmente abbiamo 463 dipendenti di cui 418 assunti a tempo indeterminato. E il 90 per cento è residente in Sardegna. Riserviamo una particolare attenzione ai professionisti che operano nell’isola». Giannico parla con entusiasmo anche del futuro. Immediato con la riapertura in tempi rapidi della Stroke unit, chiusa per mancanza di medici. «Non mi azzardo a dire quando. Ma la nostra intenzione è restituire nel più breve tempo possibile alla popolazione un servizio salvavita». C’è invece una data, metà giugno, per l’ingresso nell’offerta del Mater dell’Urologia «che manca su tutto il territorio della Gallura. Da metà del mese prossimo iniziamo a fare le visite ambulatoriali e poi partiremo con la chirurgia».

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