Ecco dove si celebrerà il primo matrimonio nudista in Sardegna
La richiesta è arrivata direttamente dall’Australia: nozze fissate a Pasqua 2025
San Vero Milis Può darsi velo bianco lei, papillon o cravatta lui. Ma fra il bouquet di rose bianche e la sposa non ci sarà tulle o cascate di pizzo, solo il profumo della pelle, rigorosamente nuda. Ad annunciare che sulla spiaggia di San Vero Milis nell’area già dedicata al naturismo se ne aggiungerà una dove potersi sposare senza vestiti è la presidente nazionale di Nudiverso, Pàmela Deiana: «Sarà sicuramente la prima in Italia e probabilmente la prima in Europa».
In questi giorni, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Tedeschi è al lavoro per studiare la normativa e verificare quali siano le autorizzazioni necessarie per buttare giù una delibera da approvare in giunta e trasformare Is Benas nella prima spiaggia naturista in Italia dove celebrare i matrimoni senza veli. A far venire l’idea al Comune una coppia di turisti tedeschi che avrebbero voluto sposarsi con rito civile proprio a Is Benas, la spiaggia naturista che confina con Is Arenas. «Ci stiamo lavorando», spiega Tedeschi, 66 anni e padre di cinque figli. «Per ora potranno essere celebrate le cerimonie “all’americana”, dopo un rito civile in cui gli sposi saranno ovviamente vestiti». Ma il sindaco di San Vero Milis è intenzionato a dar battaglia: «Dobbiamo batterci per la libertà, nel totale rispetto di quella degli altri. Mi fa piacere aver ricevuto tanti commenti a favore di questa iniziativa, stanno già arrivando le prime richieste».
I primi sposi senza abiti da cerimonia? «Ho ricevuto una richiesta da parte di due campioni australiani di triathlon che vorrebbero fissare la data per Pasqua 2025», svela Tedeschi. Il celebrante? «Potrà stare vestito». «La Sardegna è un vero paradiso per chi ama vivere a stretto contatto con la natura». Ne è convinto il primo amministratore sardo a scommettere sul naturismo: le richieste per i matrimoni in spiaggia sono in aumento e arrivano soprattutto dall’Europa, dove i praticanti sono circa 20 milioni, in Italia la stima si ferma ai 500 mila. «Per la Sardegna è un’occasione importante anche per lo sviluppo del turismo attivo e ecosostenibile», chiarisce Tedeschi.
L’iniziativa è promossa dall’associazione Nudiverso, fondata nell’isola, e impegnata a promuovere “la cultura della nudità condivisa e la percezione sociale dell’universo nudo”. «Tutti principi legati a benessere, inclusione, slegandosi da preconcetti e pregiudizi di chi associa la nudità alla disponibilità sessuale, aspetto culturale da superare», precisa la presidente Deiana. Stiamo lavorando per abbattere gli steccati, tra chi decide di tenere il costume e chi sceglie di non indossarlo, la nudità integrale, se raccontata con le parole giuste, unisce piuttosto che dividere».