La Nuova Sardegna

Il festival

Il Red Valley vale 18 milioni: «La Regione ci supporti»

di Paolo Ardovino
Il Red Valley vale 18 milioni: «La Regione ci supporti»

Contando pernottamenti e viaggi, l’indotto per Olbia e per l’isola è enorme. Luca Usai (Magma events): «Organizzare concerti qui costa il 40% in più»

16 agosto 2024
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Olbia Viene facile confutare la tesi di Edoardo Bennato. No, non sono solo canzonette. A Olbia in questi giorni si sta svolgendo il Red Valley, quello che molti addetti ai lavori hanno definito il miglior festival estivo di musica in Italia. Cominciato il 14 agosto, finirà oggi. Oddio, teoricamente il gong finale arriverà all’alba di domenica mattina. Con un elenco lunghissimo di artisti: Ghali, Macklemore, Gigi D’Agostino, Tommaso Paradiso, Gazzelle, Max Pezzali, Salmo, Annalisa, Club Dogo, Charlotte De Witte, Irama, Geolier, Sfera Ebbasta solo alcuni.

La portata Il discorso non può limitarsi alla musica. Il Red Valley influenza la scelta sulla meta delle vacanze dei giovani, coinvolge in diversa misura multinazionali e realtà locali. Crea un giro d’affari per il territorio attorno ai 18 milioni di euro, che quasi triplicherebbe contando incassi e il consumo all’interno dell’Olbia arena. Il format è una creatura dell’associazione sarda Magma events che è cresciuta sempre di più, con professionalità isolane tra i 20 e i 40 anni. Dallo scorso anno ha accolto una delle agenzia di organizzazione eventi più grandi nel Paese, la Vivo Concerti che produce i live di molti artisti italiani e internazionali. Il Red Valley esiste dal 2016 ad Arbatax, dal 2022 si è spostato in Gallura e la crescita è impennata. 70mila persone in quattro giorni due anni fa, 105mila lo scorso anno, sulla stessa scia questa edizione nonostante lo smacco della pioggia. Il bilancio dello scorso anno, ripreso in questi giorni dal consorzio industriale Cipnes Gallura (che ha concesso in via temporanea l’arena in zona industriale) localizza il 66% dei partecipanti da oltre l’isola. Questo il vero dato vincente.

L’organizzatore Luca Usai è il volto (che ama poco i riflettori) del maxi-evento. «L’impianto organizzativo è rimasto lo stesso – commenta –. Il terzo anno è il più difficile, ma a oggi siamo in linea con i risultati che speravamo di avere. Abbiamo aumentato il numero di artisti».

Tutto bello, ma: «Bisogna fare una premessa: organizzare eventi in Sardegna è difficile, prevede costi e investimenti maggiori del 30-40% rispetto al resto d’Italia». Perciò Usai guarda avanti e sostiene: «Non so tra qualche anno quanto sarà sostenibile. Per questo chiediamo che la Regione intervenga in qualche modo a supporto». Olbia però risponde bene, è la vetrina ideale: «Sì, l’unico posto in Sardegna che può permettersi di ospitare il Red Valley. Per tipologia logistica e per mentalità della città, che ci convive in un periodo così intenso e non è facile».

La strategia A sentire il Comune di Olbia, ospitare il Red Valley è un win-win. L’amministrazione contribuisce in minima parte, garantendo i servizi di polizia locale, compagnia barracellare e gestione degli spazi. In cambio conta sulle tasse di soggiorno di chi pernotta in questi giorni. «I benefici ricadono anche su strutture ricettive e attività commerciali – questo lo aggiunge Edoardo Oggianu, presidente Confcommercio Gallura –. Oltre all’evento c’è un prima e un dopo, e posso assicurare che in questi giorni i flussi passano dal centro e da viale Aldo Moro».

Il festival Questa è l’edizione dei record con 54 set diversi tra rapper, cantanti, band e dj. Ormai la kermesse ha allargato il suo pubblico nei generi e nell’età anagrafica. Non solo giovanissimi. Il biglietto non costa poco, un biglietto singolo 60 euro, nella vip lounge si va dai 150 ai quattro zeri per tavolo e divano esclusivo. Ma l’offerta musicale è ricca e la maratona di show comincia alle 18 e termina alle 5.

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