Nell’isola 5mila minori stranieri che potrebbero ottenere la cittadinanza concludendo gli studi
Il dibattito sulla riforma per gli alunni di materne, elementari, medie e superiori
Sassari Ci sono certe cose che da quanto sono fondamentali sembrano scontate, senza esserlo affatto. L’Italia si domanda ancora come concedere la cittadinanza ai giovani che sono nati altrove o da genitori non italiani. Dietro certi banchi decisionali, ci si chiede addirittura se dover concedere la cittadinanza o meno. Ma sono le zone d’ombra di Montecitorio. Nel dibattito politico è tornata prepotente la proposta di legge dello Ius Scholae che prevede l’acquisizione della cittadinanza italiana al compimento di un ciclo di studi. Diventare italiani sui libri: i minori che portano avanti cinque anni di studi ottengono il lasciapassare, questo lo scenario che sta mettendo una contro l’altra due forze di Governo, con Forza Italia che spinge a favore e la Lega che minimizza e si oppone.
Le scuole sarde In Sardegna cambierebbe la vita di almeno 5mila ragazzi e ragazze, che potrebbero diventare italiani leggendo Leopardi e risolvendo equazioni. I numeri più aggiornati li fornisce l’ufficio di statistica del Ministero dell’Istruzione e del merito elaborati nel corso dell’anno scolastico 2022-2023 e resi noti poche settimane fa. Su 193mila alunni totali nelle scuole di ogni ordine e grado dell’isola, quelli con cittadinanza non italiana sono 5.880. Così suddivisi: nelle scuole d’infanzia 897, nella scuola primaria 1.902, alle medie 1.273 e alle superiori 1.808. L’incidenza è bassa, così come mostra la tendenza generale delle isole e del Meridione rispetto al nord Italia. Lì dove il 25% delle classi ha almeno 3 giovani su 10 con una cittadinanza diversa (è il caso della Lombardia). In Sardegna, appena una classe su 100 arriva agli stessi numeri. Visti con la lente d’ingrandimento, i quasi 6mila studenti di nazionalità straniera che vivono da Sassari a Cagliari, da Olbia a Nuoro e Oristano, portano dietro piccoli grandi disagi che complicano la crescita. Senza cittadinanza non si accede al voto, non è possibile partecipare a certi concorsi pubblici, si chiudono le porte di accademie e mondo del lavoro. E questo senza entrare nella sfera personale, quella di un individuo che cresce da italiano ma sulla carta non lo è per nulla. Più banalmente: diventa proibitiva anche la burocrazia per la gita scolastica o per le attività extra.
Dati da tutta Italia La cifra monstre a livello nazionale rende l’idea: secondo il ministero sono 914mila gli alunni, dai bambini della scuola materna agli adolescenti vicini alla maturità, con cittadinanza non italiana. Arrotondato per eccesso, un milione di possibili italiani se lo Ius Scholae dovesse andare in porto. Il tasso di scolarità degli studenti stranieri è simile a quello degli italiani. In particolare, nella fascia di età 6-13 anni, tende al 100%; nella fascia 14-16 anni è in media il 92%; nella fascia 17-18 anni invece diminuisce fino al 74,8% rispetto all’81,6% degli studenti italiani.
Provenienze Secondo il dossier sulla Sardegna del centro studi e ricerche Idos, nell’isola dal 2012 al 2022 gli alunni stranieri sono passati da 4.733 a 5.880, e più di 3mila quelli nati proprio in Sardegna o in altre regioni. La concentrazione maggiore di residenti stranieri nell’isola è in provincia di Sassari (pari al 42,4% del totale), segue la Città metropolitana di Cagliari, la provincia del Sud Sardegna, quella di Nuoro e infine quella di Oristano. Quasi la metà proviene da Paesi della Ue, seguiti da Africa (Senegal e Marocco in cima) e Asia (cinesi e filippini soprattutto).
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