Franco Cuccureddu: «Con un grande Capodanno la Sardegna mostra di essere viva d’inverno»
L’assessore regionale: «Al di là dei flussi turistici è importante far capire che l’isola non chiude il 15 settembre»
Sassari Non un evento spot. Ma una preziosa tessera del mosaico che vuole raccontare la bellezza della Sardegna da vivere tutto l’anno. L’assessorato regionale al Turismo conferma gli investimenti sugli eventi di Natale e Capodanno, ritocca le modalità della distribuzione delle risorse e cambia la strategia di promozione. Che viene declinata su più livelli. Si punta a far capire che la Sardegna non è un parco divertimento solo estivo. Che anche a Natale e Capodanno ci sono buoni motivi per venire in vacanza in Sardegna, musica di altissima qualità compresa.
«Si parla spesso di concentrazione eccessiva di presenze turistiche in alcuni periodi dell’anno – spiega l’assessore regionale al Turismo, Franco Cuccureddu –. Dobbiamo quindi produrre altri prodotti, al di là dei flussi turistici che poi riusciamo a generare. La cosa importante, attraverso una campagna pubblicitaria e di marketin mirata, è far percepire, in Italia e in quelle parti d’Europa dove ci sono voli diretti, che la Sardegna non chiude il 15 settembre e riapre il 15 maggio. Ma ha tanti motivi che la rendono attrattiva 12 mesi all’anno».
Si lavora su più piani. Anche dal punto di vista del marketing. Nei contenuti e negli strumenti, digital ma anche più tradizionali come giornali, tv e riviste. Ovviamente inutile organizzare grandi eventi e promuoverli in Italia e in Europa se poi uno arriva nell’isola e trova alberghi, negozi e ristoranti sigillati. «D’accordo con Federalberghi e le associazioni di categoria vogliamo fare in modo che il lavoro nel turismo smetta di essere eccessivamente precario come adesso. Dobbiamo creare la prospettiva che di turismo si può vivere, come in altri settori, lavorando 11 mesi all’anno e con un mese di ferie. Quindi per stimolare gli alberghi a restare aperti, almeno nelle città o in alcuni borghi, investiamo su grandi campagne promozionali per particolari eventi».
Come Natale e Capodanno, i Carnevali tradizionali a febbraio, Pasqua e Pasquetta, e ancora a maggio per i ponti del 25 aprile del primo maggio. Nello specifico del Capodanno, i bandi regionali da quest’anno tagliano dal 40 al 20% la quota che i comuni devono obbligatoriamente spendere in campagne promozionali per eventi natalizi dal 23 fino al 31 dicembre. Il restante 20% lo investe direttamente la Regione. «Succedeva che i comuni investissero quei fondi in campagne pubblicitarie – conclude Cuccureddu –, soprattutto nell’isola spostando quindi prevalentemente flussi interni. Che vanno ovviamente bene, ma non smuovono granché l’economia. Ovvio che se uno arriva da fuori porta soldi nuovi in Sardegna. Ma al di là dei flussi turistici che si riesce a spostare, la cosa davvero importante è far capire che in Sardegna non si viene solo per il mare». (se.lu.)