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Inflazione fuori controllo, la spesa è una via crucis: «Giusto azzerare l’Iva»

di Claudio Zoccheddu
Inflazione fuori controllo, la spesa è una via crucis: «Giusto azzerare l’Iva»

L’isola è la terza regione per i rincari sugli alimentari. Federconsumatori: «Sgravi sui beni di primo consumo»

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Le buone notizie sono ferme a settembre, quando l’Istat aveva rilevato (su scala nazionale) una discreta decelerazione del tasso d’inflazione. Il calo dello 0,2% su base mensile e la crescita dello 0,7% su base annua rispetto al +1,1% registrato ad agosto, però, non ha portato alle feste di piazza, e nemmeno a quelle nei tinelli. Sempre l’Istat, sempre a settembre, aveva rilevato che il costo dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona avevano subito una nuova accelerazione su base tendenziale, da +0,6% a +1%. A completare il quadro delle celebrazioni sfumate ci pensato la Cna che ha spento gli entusiasmi proprio in Sardegna, sistemando l’isola al terzo posto tra le regioni italiane per aumento dei prezzi al consumo. In altri termini, se fino al mese scorso sembrava che ci fosse una luce in fondo al tunnel dell’economia reale, oggi è assodato che il potere d’acquisto delle famiglie sarde continua a scendere con i redditi, già provati dalla pandemia, in caduta libera già nel 2022 e nel 2023, con una contrazione del 5,7% dal 2019, superando a velocità più che doppia la media nazionale, che si attesta al -2%.

I consumatori Il presidente nazionale di Federconsumatori, Michele Carrus, è preoccupato: «È così, perché servirebbe la sfera di cristallo per prevedere gli sviluppi sul contesto internazionale, che ovviamente determina i costi energetici e le conseguenti crisi dell’apparato industriale. Poi in Sardegna si sommano a questo contesto le difficoltà dell’export e la debolezza del mercato interno. Con questi elementi si dipinge un quadro in cui sarebbero necessari atteggiamenti più ponderati del continuo autoincensarsi del governo. Piuttosto, servirebbe una maggiore attenzione sulle politiche fiscali».

Ritornando al carrello della spesa, ma anche ai carburanti, Carrus indica una possibile soluzione: «Rimodulare l’Iva sui beni di primo consumo sarebbe un accorgimento in grado di permettere risparmi significativi alle famiglie. Secondo i nostri calcoli, un nuovo schema di questo tipo, con una revisione delle aliquote, porterebe alle famiglie un risparmio di 531 euro su base annua». La proposta di Federconsumatori entra nel dettaglio quando si tratta di esaminare i costi degli alimentari. Nello specifico, azzerare l’Iva su pane, pasta, cereali, lette, formaggi, uova, frutta e verdura. Aggiungendo al paniere carne e pesce con l’Iva al 4%, che da sola genererebbe un risparmio di 87,64 euro a famiglia, il computo totale del risparmio sull’orizzonte dei 12 mesi sarebbe di 216,89.

La filiera del rincaro La rimodulazione dell’Iva è una parte della soluzione. Per ottenere il risultato completo, e risolvere problemi annosissimi per tantissimi sardi, sarebbe necessario rivedere la filiera della grande distribuzione: «Lungo la strada che porte alla composizione del prezzo agiscono diversi attori – aggiunge Carrus –. Ci sono tanti passaggi tra il produttore e il consumatore. Una trafila che in Sardegna pesa di più per via dell’insularità e di un’autosufficienza alimentare che non può esistere. Ritornando alla filiera, quando si passa dal produttore al grossista, dal sottodettagliante fino al dettagliante, significa che ogni passaggio comporta un surplus di carico sul prezzo finale. Poi, chiaramente, è la coda della filiera che paga lo scorno degli aumenti dei prezzi, mentre i produttori, come gli agricoltori o gli allevatori, sono quelli che incassano meno. Ci sono poi le questioni degli aumenti puramente speculativi, mascherati in mille maniere», conclude il presidente nazionale di Federconsumatori.

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