La Nuova Sardegna

Il riconoscimento

Anche il pregiato pane Coccoi vola verso l’Igp

di Ilenia Mura
Anche il pregiato pane Coccoi vola verso l’Igp

Presentato il progetto di tutela promosso dal Comitato con il contributo di oltre venti imprese

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Cagliari Su Coccoi sardo vola verso la denominazione Igp: «Ogni progetto di valorizzazione e tutela, quello della Igp del Coccoi in primis, è un passo verso il futuro, a cui tutti i soggetti direttamente e indirettamente interessati, devono contribuire». La panificazione in Sardegna? «E’ un pilastro portante dell’economia e della società. Pur coinvolto negli ultimi decenni in profondi processi di rinnovamento e innovazione, il panificio resta il cuore delle realtà urbane, anche delle più piccole». A dichiararlo è stato questa mattina, 11 marzo, nella sede dell’associazione Panificatori in vial Monastir a Cagliari, il presidente del Comitato promotore Pane Coccoi Igp, Gianfranco Porta. L’occasione è stata la conferenza stampa di presentazione del progetto di tutela – che in questi anni ha coinvolto oltre venti panificatori e studiosi – e il relativo logo che distinguerà questa pregiata specialità isolana a livello nazionale e internazionale. 

L’iter di acquisizione del marchio Pane Coccoi Igp è supportato dal progetto Horizon 2020 “Arsinoe”, finanziato dall’Unione europea e coordinato dall’Agenzia Agris Sardegna. «I prodotti a denominazione – spiega la coordinatrice del comitato, Maria Antonietta Dessi – sono particolarmente graditi ad un mercato che non conosce crisi, che da decenni si incrementa senza battute d’arresto, nemmeno durante la pandemia. Siamo convinti che quello della Igp sia il giusto mezzo per valorizzare e promuovere il prodotto in ambito nazionale e internazionale e che l’acquisizione della Igp porterà enormi vantaggi agli operatori della filiera, dal campo alla distribuzione, tutelando, nel contempo, il consumatore».

L’evento è stato organizzato dalle 21 imprese di panificazione aderenti al Comitato che puntano all’ottenimento del più prestigioso marchio europeo in fatto di produzioni alimentari. Si tratta per la maggior parte di imprese storiche, leader nel settore presenti su tutto il territorio regionale con numeri significativi in termini di fatturato e dipendenti, che le rendono un tassello importante dell’economia locale e regionale. Queste imprese hanno avviato, da diversi anni, un percorso di valorizzazione che ha portato all’attuale richiesta di tutela del Pane Coccoi, attraverso il marchio Igp. Nel contempo è stata intrapresa un’opera importante di animazione territoriale, con il coinvolgimento del mondo artigianale, agricolo e istituzionale, per richiamare l’attenzione verso una tipologia di pane tra le più rappresentative nel panorama gastronomico regionale e nazionale. La produzione attuale complessiva degli impianti che fanno capo al Comitato è di circa 100mila  chili annui, per una media di poco meno di 7mila chili all’anno per impresa, con estremi variabili tra mille e 24mila chili all’anno, che si mostra costante negli ultimi tre anni, seppure in lieve diminuzione a causa dei problemi nel passaggio generazionale tra imprese e l’attuale scarso appeal del mestiere di panificatore. L’acquisizione del marchio IGP rappresenta inoltre un’opportunità anche per il settore agricolo, in un periodo nel quale la cerealicoltura isolana attraversa un momento di grande difficoltà. È infatti nota la progressiva riduzione delle superfici e delle produzioni di grano duro in Sardegna, passate rispettivamente da una media di circa 92mila ettari e 115mila tonnellate nel triennio 2001-2003, a circa 25mila ettari e 665mila tonnellate nel triennio 2021-2023 e solo parzialmente compensate dalle rese, aumentate da 12,6 a 27,3 quintali per ettaro negli stessi periodi di riferimento.

Il marchio Igp potrebbe dunque garantire il rilancio della coltura. «Se da un lato la certificazione Igp non rende obbligatorio l’uso di materia prima locale», i panificatori sono consapevoli che i grani coltivati attualmente in Sardegna posseggono caratteristiche qualitative eccellenti per la panificazione, come attesta il successo di varietà selezionate da Agris quali Karalis, Nuraghe e la più recente Shardana. La costruzione di filiere che coinvolgano agricoltori, molitori e panificatori locali ha un ruolo strategico nelle politiche europee di valorizzazione del territorio. E anche a questo, punta il Comitato promotore della Igp del Pane Coccoi. «L’importanza strategica delle filiere locali nella valorizzazione del territorio dal punto di vista economico e sociale e nel mantenimento della sicurezza alimentare, attualmente a rischio a causa dei cambiamenti climatici, è dimostrata dal supporto finanziario che il progetto europeo Arsinoe ha fornito all’iniziativa di acquisizione del marchio Igp per il Pane Coccoi”, come sottolineato da Marina Monagheddu, direttrice del Servizio per la Ricerca sui Sistemi Colturali Erbacei dell’Agenzia Agris Sardegna. 

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