La Nuova Sardegna

Il caso

La farsa del collegamento Cagliari-Milano: otto ore senza voli

La farsa del collegamento Cagliari-Milano: otto ore senza voli

La disavventura di una passeggera costretta a raggiungere il capoluogo lombardo per motivi sanitari

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Cagliari Otto ore di buco nei collegamenti tra Milano e Cagliari, nessuna spiegazione chiara, e zero risposte da parte delle istituzioni. È la denuncia di Roberta, una lettrice che racconta la sua disavventura con la continuità territoriale, diventata – parole sue – “una farsa che isola invece di collegare”. Per esigenze sanitarie, Roberta aveva prenotato un volo di andata e ritorno Cagliari–Milano Linate per il 29 maggio: partenza alle 8, ritorno alle 17,30. Una settimana dopo, Aeroitalia le comunica la modifica: il volo pomeridiano è stato cancellato e spostato alle 21. Non un caso isolato. Verificando il calendario voli, Roberta scopre che dal 6 al 31 maggio l’unico volo disponibile dopo le 13 è quello serale delle 21, con un vuoto operativo di ben otto ore. «Come fa un lavoratore, o chi ha una visita medica, a rientrare in Sardegna nel pomeriggio? E come si torna a casa se i treni da Elmas finiscono prima delle 21?», chiede.

Inaccettabile, secondo lei, soprattutto per chi ha problemi di salute: «Attendere otto ore in aeroporto, arrivare a Cagliari di notte e non poter proseguire è disumano». La compagnia ha offerto solo due alternative: anticipare il rientro alle 13, incompatibile con l'appuntamento, o chiedere un rimborso, di cui però molti utenti lamentano i lunghi tempi o la mancata erogazione. Roberta ha scritto a Regione, Enac e Aeroitalia. Solo quest’ultima ha risposto, dicendo che “il bando non copre quella fascia oraria”. Ma sul sito della compagnia, una comunicazione del 20 marzo annunciava un aumento delle frequenze proprio su Milano Linate, con voli pomeridiani mai realmente operativi nel mese di maggio. «Siamo ostaggi di un sistema inefficiente – conclude Roberta –. Questa non è mobilità garantita, è abbandono. Spero che la mia voce possa rappresentare anche quella di tanti altri sardi che, come me, si sentono dimenticati». (lu.so.)

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