La Nuova Sardegna

La sanità in affanno

L’isola senza medici, 467 ambulatori vuoti: ecco dove

di Luigi Soriga
L’isola senza medici, 467 ambulatori vuoti: ecco dove

La mappa regionale delle carenze. Le situazioni più critiche nel Nuorese e nel Nord Sardegna

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Sassari La sanità territoriale in Sardegna continua a perdere pezzi. A fine marzo 2025, un terzo delle sedi per la medicina generale è ancora vacante, con una copertura complessiva del 70% sull'intero territorio regionale. Un dato che si fa ancora più preoccupante in alcune zone come Nuoro, dove la percentuale di scopertura supera il 40%.

Le carenze Il problema è noto, ma i numeri aggiornati lo rendono ineludibile. In Sardegna ci sono 467 sedi vacanti complessivamente messe a bando per l'anno in corso, 858 medici attualmente in servizio nei vari ambulatori, e 76 hanno incarico provvisorio. A Sassari sono 76 le sedi vacanti su 195 totali (considerando titolari e provvisori), con una copertura ferma al 75%. Nel dettaglio, la Asl di Sassari conta attualmente 184 medici titolari e 11 con incarico provvisorio. Risultato: mancano all’appello 76 camici bianchi per garantire un medico di base ogni 1500 pazienti, come previsto dagli standard nazionali. E a peggiorare le cose, dal 1° giugno almeno altri tre medici andranno in pensione per raggiunti limiti di età. La situazione è critica, soprattutto nei piccoli centri dell’interno. L’unico spiraglio arriva dalla possibilità di trattenere in servizio, su richiesta, i medici fino ai 72 anni. Ma si tratta di un rimedio temporaneo. A Nuoro la situazione è anche peggiore: le sedi messe a bando sono 64, sono appena 63 i titolari e 8 i medici provvisori, con una copertura effettiva del 56%. Un medico su due manca all’appello, mentre anche qui due professionisti sono prossimi alla pensione. Lo scenario delle altre province invece è il seguente: Gallura: 58 sedi a bando, 83 titolari e 6 provvisori. Copertura del 63%. Solo un medico prossimo al pensionamento. Ogliastra: situazione migliore, con una copertura dell’83% su 12 sedi, 36 ambulatori attivi, 4 incarichi provvisori. Nessun pensionamento imminente. Oristano: 56 sedi, 67 titolari e 7 provvisori (copertura 60%), ma due pensionamenti in vista. Medio Campidano: 31 sedi vacanti, con 41 titolari e 8 provvisori, copertura al 68%, ma due cessazioni attese. Sulcis: 26 sedi a bando, 64 titolari e 6 provvisori. Copertura alta (78%) ma due pensionamenti imminenti. Cagliari: la Asl con il maggior numero di medici (320 titolari, 26 provvisori) e 144 sedi vacanti. Copertura al 75%, ma ben 7 medici andranno in pensione nei prossimi mesi.

L’Ares ha recentemente approvato le graduatorie provvisorie per i nuovi incarichi, ma il vero nodo resta la mancanza di medici disponibili a lavorare nei territori più periferici. Il rischio è che interi comuni restino privi di ambulatori, con conseguente intasamento dei pronto soccorso e dell’assistenza domiciliare. La Regione Sardegna, recependo la normativa nazionale, permette il prolungamento dell’attività fino a 72 anni e fino al 31 dicembre 2026, salvo ulteriori proroghe. Ma anche in questo caso si tratta di un tampone, non di una soluzione.

Case di comunità Una delle soluzioni prospettate per potenziare l’assistenza territoriale e supplire alla cronica carenza dei medici di famiglia, è la realizzazione delle case di comunità. Purtroppo in tutta Italia il progetto è rimasto prevalentemente sulla carta, perché solo il 2,7 per cento delle strutture ad oggi risulta operativa. La Sardegna, in questo colpevole ritardo, non fa eccezione. Erano previste 80 Case della Comunità ma al 20 dicembre 2024, solo 4 avevano dichiarato attivo almeno un servizio. Si parla di appena il 5% del totale. Non basta: nessuna Casa di Comunità aveva dichiarato attivi tutti i servizi obbligatori. Stesso discorso per gli Ospedali di Comunità: un solo presidio su 33 ha dichiarato attivo almeno un servizio, ovvero il 3% contro il 21,8% a livello nazionale. Lo scenario del sistema sanitario nazionale fotografato dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe sul Sistema Sanitario Nazionale è il seguente: al 20 dicembre 2024, su 1.717 case di comunità previste, per 1.068 (62,2%) le Regioni non hanno dichiarato attivo alcun servizio; per 485 strutture (28,2%) è stato dichiarato attivo almeno un servizio e solo per 164 (9,6%) tutti i servizi obbligatori sono stati dichiarati attivi. Di queste ultime, tuttavia, soltanto 46 (2,7% del totale) risultavano pienamente operative, cioè con presenza sia medica che infermieristica.

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