La Nuova Sardegna

Protezione civile

Eruzione Campi Flegrei e Vesuvio: gli sfollati nell’isola. Ecco il piano e i numeri

di Claudio Zoccheddu
Eruzione Campi Flegrei e Vesuvio: gli sfollati nell’isola. Ecco il piano e i numeri

La Sardegna sarebbe il rifugio in caso di evacuazione di Posillipo e Pompei

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Sassari La speranza è che non accada. Ma se il supervulcano dei Campi Flegrei dovesse eruttare, o se dovesse farlo il Vesuvio, l’isola sarebbe in prima linea non solo dal punto di vista ambientale. Tra le conseguenze dirette dettate da un fenomeno epocale come un’eruzione vulcanica della caldera dei Campi Flegrei, dal diametro di 18 chilometri, o del risveglio del Vesuvio, che nella peggiore delle ipotesi potrebbe avere impatti sul clima globale, c’è anche quella legata all’accoglienza degli sfollati. L’isola, infatti, è una delle regioni candidate a diventare la scialuppa di salvataggio per le migliaia di residenti del quartiere napoletano di Posillipo e del Comune di Pompei. In tutto, tra le 50mila e le 60mila persone.

Il piano Gli scenari ipotizzati in caso di eruzione, o di eruzioni, sono in continuo aggiornamento. Il piano della Protezione civile nazionale è del 2018 ed è il risultato di un lavoro iniziato nel 2003. Negli ultimi anni, nel limite del possibile, sono state anche organizzate alcune esercitazioni “sul campo”, con alterne fortune. Il problema, come spesso accade in Italia, è che sul piano di evacuazione, ma anche su quelli d’accoglienza, ci sono ancora molte incognite. Le attività sismiche degli ultimi giorni hanno fatto suonare l’allarme e riacceso l’attenzione sugli obiettivi da raggiungere entro il minor tempo possibile.

L’evacuazione Nelle prime fasi, l’isola sarà spettatrice: «I nostri compiti inizieranno una volta che cittadini di Posillipo o di Pompei saranno sulle navi – spiega Mauro Merella, direttore generale della Protezione civile della Sardegna –. Ovviamente, stiamo parlando di due piani distinti, connessi a due fenomeni ipotetici e differenti che prevedono l’eruzione nei Campi Flegrei, per cui riceveremo gli sfollati del quartiere napoletano di Posillipo, e quella del Vesuvio, che invece ci vedrà impegnati nell’accoglienza dei cittadini di Pompei». Organizzare le vie di fuga dalle “zone rosse” sarà compito della Regione Campania in entrambi i casi ma nello scenario che prevede l’eruzione ai Campi Flegrei, la destinazione dei cittadini di Posillipo sarà il porto di Napoli. In caso di eruzione del Vesuvio, gli abitanti di Pompei andranno a Salerno. Anche il compito di requisire le navi spetta alla Regione Campania.

Il viaggio Il porto di partenza è certo, quello di arrivo no: «Saranno Olbia o Cagliari e da lì le persone verranno trasferite – continua Merella – a seconda della stagione». Estate o inverno, infatti, prevedono soluzioni di massima differenti: «Lo scenario invernale prevede la requisizione degli alberghi per la prima accoglienza, poi gli sfollati verranno destinati alla strutture che li ospiteranno in via definitiva, ma questo è un discorso ancora da costruire. Se dovesse accadere in estate, invece, sarebbe più facile e contemporaneamente più complesso – continua Merella –. Gli alberghi sarebbero occupati e dunque l’accoglienza si svilupperebbe nelle tendopoli, ma anche in questo caso si tratta di un percorso in costruzione su scala nazionale e ad oggi non sappiamo dove potrebbero essere allestite». Ci sono anche alcune certezze: la prima è il censimento degli edifici pubblici che potrebbero diventare rifugi: «Ci ritornerà utile quello fatto durante la pandemia, che verrà aggiornato progressivamente. Poi, in caso di un evento significativo che comporterebbe un trasferimento definitivo in Sardegna ma anche nelle altre regioni, si cercherà di mantenere le composizioni condominiali o dei “vicinati” piuttosto che unire tante famiglie slegate l’una dall’altra», conclude il direttore della Protezione civile regionale.

Una cortesia dettata dalla necessità di far fronte ad uno scenario catastrofico che ridisegnerebbe il futuro dell’intera regione mediterranea, o del pianeta, per i prossimi decenni. 

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