Sardegna
L’e-commerce avanza ovunque, on line fanno fatica solo i mobili
Oggi gli acquisti sul web superano il 15 per cento del mercato
Sassari Quando è nata l’ultima legge regionale sul commercio, 19 anni fa, un attore che oggi è tra i protagonisti indiscussi del settore commerciale non era ancora nato. E anche quando c’era, non rappresentava una quota significativa di “movimenti” e tanto meno poteva essere considerato, o arginato, sotto l’aspetto legislativo.
Oggi, però, l’e-commerce è quasi il protagonista del settore, anche se alcuni comparti, come l’alimentare, non possono ancora finire sotto attacco. Almeno per il momento. Secondo lo studio condotto da TradeLab, negli ultimi dodici anni nell’isola opera il 20% di piccoli negozi in meno. Troppo complicato resistere all’e-commerce ma anche ai grandi magazzini specializzati, quelli che possono offrire l’intero panorama commerciale di un dato settore. Un’ecatombe. Quello che però fino a poco tempo non traspariva, perlomeno ai non addetti ai lavori, era che il peso del commercio elettronico aveva lo stesso effetto sui piccoli negozi e sui grandi centri commerciali. Anche se, in questo caso, non è disponibile il dato dei metri quadri persi per colpa dell’e-commerce Il prezzo maggiore lo hanno pagato i negozi di elettronica: ormai tutti conoscono i prodotti e le loro caratteristiche. Una “prova” è quasi pleonastica e ininfluente.
Si può comprare a scatola chiusa senza alcun problema. E, spesso, a prezzi inferiori. Un altro settore in sofferenza, anche se solo per alcune tipologie di prodotto, è l’abbigliamento. Ad ogni modo, sia che si tratti di tecnologia sia che si tratti di abbigliamento, fino a 12-13 anni fa l’impatto dell’e-commerce era relativo. Oggi la sua quota di mercato raggiunge, e in alcuni casi supera, il 15%. Ci sono anche settori che sono rimasti fuori dalla schiacciasassi di Amazon, solo per fare un esempio di uno dei colossi dell’e-commerce che ormai arrivano sempre più spesso dall’oriente.
Ad esempio, acquistare mobili online non è una pratica che convince i sardi e gli italiani. Ci sono troppe variabili in campo: il prezzo, i materiali, le dimensioni. Ostacoli che ancora inibiscono gli acquisti su larga scala. In questo caso, i rischi per i negozi di prossimità arrivano da altri contendenti, anche loro fisici ma strutturati in maniera diversa. Un esempio è il mondo del bricolage, dove il “piccolo” sopravvive solo se si specializza. E chi si specializza per primo, giocoforza, taglia fuori chi arriva dopo. Ma se questo non dovesse accadere, tutti avrebbero le ore contate davanti alla grande offerta, di prodotti e di prezzi, che può arrivare dai colossi della grande distribuzione che, a differenza di quanto accade nell’alimentare, possono fare la voce grossa senza alcun timore e continuare a moltiplicarsi sul territorio senza troppe remore. (c.z.)