Lo Stato ha le casse vuote: bloccati i soldi per i Comuni
In freezer i Fondi di solidarietà e di sviluppo e coesione. Lai, Pd: «A rischio i servizi e le opere pubbliche»
Sassari Succede che un mattino ti svegli, sindaco di un paese qualsiasi, magari uno di quei 3.987 con meno di 5.000 abitanti, e scopri che i soldi promessi non arrivano. Né oggi, né domani, né chissà quando. Succede che lo Stato, scriva nero su bianco: non abbiamo liquidità. E allora, addio prima rata del Fondo di solidarietà comunale 2025, quella che serve a pagare la mensa scolastica, il gasolio del pulmino, la cooperativa sociale che si occupa degli anziani. È quello che è accaduto lo scorso 12 giugno. «È di una gravità inaudita – dice il deputato del Pd Silvio Lai – il Ministero dell’Interno ha ammesso con comunicazione ufficiale che non è stato in grado di erogare per intero la prima rata del Fondo di solidarietà comunale 2025 a causa della mancanza di liquidità dello Stato centrale. A essere versata è stata solo un’anticipazione parziale, il 3 giugno, rinviando a data indefinita il saldo residuo».
Non un guasto tecnico, ma l’Italia che “non ha cassa”, ma soprattutto che ha deciso – come dice Lai – «di scaricare le conseguenze della propria inefficienza finanziaria sui Comuni, spesso già in condizioni di sofferenza strutturale, soprattutto nelle aree interne e nelle regioni più fragili, quelli destinatari dei fondi di solidarietà». È la rappresentazione di una crisi che comincia dal centro e si abbatte in periferia. Dove la gente vive. «Non siamo di fronte a un normale ritardo amministrativo – aggiunge Lai – ma a un segnale preoccupante di crisi finanziaria che intacca la propaganda mensile del Mef sulle entrate e sul fabbisogno decrescente. I Comuni non possono programmare la spesa, pagare i fornitori o garantire i servizi ai cittadini. È inaccettabile». Il quadro si aggrava se si considera, aggiunge il deputato, il blocco dei fondi per i piccoli comuni sotto i 5.000 abitanti, previsti dalla Legge di Bilancio 2023. «La graduatoria è stata pubblicata il 4 agosto 2024, ma a quasi un anno di distanza nessun trasferimento è stato ancora effettuato. È ora che il Governo riferisca in Parlamento sulla reale situazione della cassa statale e su quanti altri bandi risultino fermi per motivi analoghi. Serve trasparenza e responsabilità. Per questo chiederò, anche con una interrogazione, che il Governo riferisca urgentemente al Parlamento su: quale sia la reale situazione della liquidità statale; quanti altri bandi risultino fermi per motivi analoghi; quali misure intenda adottare per garantire immediatamente le risorse spettanti ai Comuni».
E se non bastasse questo buco nel bilancio statale a far tremare i municipi, c’è un secondo schiaffo. Perché ora, all’orizzonte, c’è pure la minaccia di revoca dei fondi FSC 2021–2027. Milioni di euro programmati, previsti, destinati alle opere pubbliche, già appaltate, già sbandierate in conferenza stampa, già attese dai cittadini. Ora in pericolo. «Presenterò nei prossimi giorni un’interrogazione parlamentare urgente – avvisa Lai – per verificare se corrisponda al vero quanto sta emergendo in queste ore, ovvero la possibile revoca dei finanziamenti del Fondo di Sviluppo e Coesione 2021–2027 ai Comuni per interventi già appaltati ma non ancora contrattualizzati».
Tutto ruota attorno a una lettura rigida della delibera Cipess 79/2021. L’interpretazione di oggi è che solo la firma del contratto valga come obbligazione giuridicamente vincolante. Dunque, senza quella firma, si perde il diritto al finanziamento. Poco importa se l’opera è appaltata, se i cantieri stanno per partire, se la comunità la aspetta da anni. «È un fatto gravissimo – conclude Lai – che rischia di compromettere opere pubbliche fondamentali per le comunità locali. Il Governo chiarisca se intende rimediare a questa situazione inaccettabile e se intende prevedere strumenti straordinari per consentire la prosecuzione dei progetti colpiti».