La Nuova Sardegna

In Cassazione

Uccise il figlio di 3 anni e lo lasciò sulla cassa del supermarket: cosa dice la sentenza

Uccise il figlio di 3 anni e lo lasciò sulla cassa del supermarket: cosa dice la sentenza

La Cassazione ha reso definitiva la condanna per la madre

2 MINUTI DI LETTURA





CITTA’ DELLA PIEVE La Corte di cassazione ha reso definitiva la condanna a 16 anni di reclusione per Katalin Bradacs, 48enne di origine ungherese, ritenuta penalmente responsabile dell’omicidio del figlio Alex Juhasz, di nemmeno tre anni, accoltellato a morte il primo ottobre 2021 in un casolare abbandonato a Po’ Bandino, frazione di Città della Pieve, in provincia di Perugia. Come scrive Il Messaggero secondo quanto stabilito dagli Ermellini, la donna non era incapace di intendere e volere al momento del delitto. Viene riconosciuto un vizio parziale di mente, ma non sufficiente a escludere la piena responsabilità penale. La pena prevede almeno tre anni da scontare in un ospedale psichiatrico, mentre il resto della condanna verrà eseguito nel carcere di Capanne, dove la donna è già detenuta. Dopo l’omicidio, Bradacs aveva portato il corpo del piccolo Alex e lo aveva lasciato sulla cassa di un supermercato, fingendo di essere stata aggredita da uno sconosciuto. Era stata arrestata subito dai carabinieri e accusata di omicidio volontario aggravato. La difesa, affidata all’avvocato Luca Maori, aveva cercato di far valere l’infermità totale di mente. Ma la Cassazione, confermando le decisioni precedenti, ha rigettato il ricorso. «Abbiamo una verità processuale che parla di vizio parziale – ha commentato l’avvocato Massimiliano Scaringella, legale del padre Norbert Juhasz –. La mia opinione è che fosse perfettamente consapevole del suo gesto. È stato difficile farlo riconoscere, ma ce l’abbiamo fatta». Norbert Juhasz, padre del piccolo Alex e oggi residente in Ungheria, aveva ottenuto l’affidamento del figlio da un tribunale ungherese. Poco prima del delitto, Bradacs lo aveva sottratto e portato in Italia. «Me l’ha portato via – ha detto Norbert –. Sono a metà tra la soddisfazione e il dolore. Mio figlio non tornerà più. L’unica cosa che spero è che non possa fare del male ad altri».

Primo piano

Gli operatori turistici: «Costretti ad abbassare il costo delle stanze per il caro trasporti»

di Paolo Ardovino
Le nostre iniziative