Pallavolista 21enne morta in piscina, il legale della famiglia: «Qualcosa non torna»
Giallo su quanto accaduto prima del ritrovamento del cadavere della ragazza: «Aveva la faccia in su»
Palermo Giallo sulla morte di Simona Cinà, la pallavolista 21enne di Capaci trovata senza vita nella piscina di una villa a Bagheria, nel Palermitano. Era con gli amici a una festa di laurea organizzata da alcuni universitari. Il suo corpo è stato trovato in acqua dopo diversi minuti, nonostante la piscina fosse piccola e alla festa ci fossero circa 80 persone.
«Qualcosa nella storia non torna» – ha riferito il legale della famiglia Cinà, l’avvocato Gabriele Giambrone. Per questo motivo la famiglia ha chiesto di fare piena luce su quanto accaduto e non è escluso che la Procura disponga una autopsia urgente sul cadavere: «Ci sono diversi aspetti da chiarire» – prosegue Giambrone che spiega: «Come mai per molti minuti nessuno si è accorto che Simona era in acqua morta? E perché la ragazza aveva la faccia in su? Se fosse caduta in piscina non l'avrebbero trovata in quella posizione. E allora si è sentita male mentre si faceva il bagno? Se così fosse stato, è strano che in uno spazio di otto metri quadrati circa nessuno abbia notato il corpo».
Intanto le indagini proseguono, mentre ieri 2 agosto uno dei ragazzi è stato portato in caserma per il prelievo del dna: nella villa sono state trovate tracce di sangue, ma il giovane ha raccontato di essersi ferito dopo avere dato un calcio per rabbia nell’apprendere della morte di Simona Cinà.