La Sardegna è un colabrodo: sprecato il 55% dell’acqua
Razionamenti a Bosa e Macomer: erogazione a giorni alterni
Sassari In un’isola che da anni convive con la siccità strutturale, la Sardegna continua a perdere acqua lungo le sue reti e, in molti casi, nemmeno sa chi la sta usando davvero. Non è una bella notizia, soprattutto se Abbanoa annuncia l’erogazione a giorni alterni in diverse località. Oggi tocca a Bosa, domani a Macomer.
Il report dell’Autorità di Bacino Regionale, approvato il 23 settembre 2025, racconta un sistema dove la risorsa idrica negli invasi cala, le tariffe sono ferme al 2011, Abbanoa disperde oltre metà dell’acqua potabile e l’agricoltura gestisce quasi mezzo miliardo di metri cubi senza misurarne una grossa parte e contabilizzare i consumi. Basti pensare che non tutte le utenze agricole hanno il contatore, e in alcuni consorzi si paga ancora “a ettaro”, non “a metro cubo”. Tradotto: la Regione non sa con precisione dove finisce una quantità d’acqua pari a quasi sei volte il Cuga pieno.
In mezzo a questo caos l’Autorità di Bacino mette nero su bianco una frase che pesa come un macigno: «Dati della risorsa irrigua poco affidabili”, che si traduce in una contestazione sulla trasparenza e sulla tracciabilità dei volumi. E la stretta nei confronti dei consorzi di Bonifica proposta dall’Autorità è draconiana. In sintesi recita così: “Se non mi dici dove va l’acqua, la paghi tutta a prezzo pieno e non a prezzo politico, senza il trattamento agevolato che oggi giustifichi dicendo che è agricoltura o uso prioritario”.
Perdite record
La fotografia scattata dal report è impietosa. Abbanoa ha gestito 282,4 milioni di metri cubi d’acqua. Di questi, 236,15 milioni sono stati immessi nelle reti dopo la potabilizzazione, ma solo 105,13 milioni sono arrivati effettivamente alle utenze. La differenza, 131 milioni di metri cubi, pari al 55,5%, rappresenta acqua persa, non fatturata, o mai giunta ai rubinetti. L’Autorità precisa che le perdite di distribuzione hanno raggiunto il 53,5% del volume immesso in rete, e che dopo un periodo di miglioramento (dal 56,2% del 2015 al 52,3% del 2021) la tendenza è tornata a peggiorare dal 2022. In altre parole: per ogni 100 litri trattati e pompati, più di 50 non arrivano al contatore di nessuno. Un dato devastante, che l’Autorità definisce una “criticità strutturale e crescente”.
Impianti vecchi
Il problema però non si ferma alla rete. Nel report emerge anche un dato spesso trascurato: circa il 16% dell’acqua si perde già nella fase di processo, prima ancora di entrare nelle condotte. È una percentuale altissima, più del triplo rispetto al 5% considerato fisiologico in un sistema efficiente, che indica impianti di potabilizzazione obsoleti e processi produttivi pieni di sprechi. In pratica, una parte rilevante della risorsa si disperde nei potabilizzatori stessi, tra lavaggi dei filtri, inefficienze idrauliche e mancanza di recupero dei reflui interni. Un problema strutturale che aggrava ulteriormente le perdite complessive di Abbanoa e pesa sui costi energetici di pompaggio e trattamento.
Sprechi agricoli
Le perdite non riguardano solo il servizio civile. Nel comparto agricolo, che rappresenta la fetta più grande dei consumi regionali, le perdite dichiarate dai consorzi di bonifica sono attorno al 20%. Ma si tratta di un dato spesso stimato e poco affidabile, perché la maggior parte dei distretti irrigui non è dotata di misuratori funzionanti. Su 138 distretti, solo 21 hanno strumenti di misura attivi. Questo significa che la Regione non conosce con precisione il destino di oltre 300 milioni di metri cubi d’acqua agricola ogni anno. A peggiorare il quadro, la mancanza di contatori nelle aziende agricole: in molte aree la fatturazione non avviene “a volume”, ma ancora “a ettaro coltivato”, contrariamente a quanto previsto dalla legge regionale 6/2008 e dalle direttive europee sul principio “chi consuma paga”.
L’allarme
Il report lancia un messaggio politico chiaro e netto: la Sardegna vive già una scarsità idrica strutturale, ma il sistema civile butta via metà dell’acqua potabile lungo la strada, e quello agricolo non la misura nemmeno tutta. Ogni litro perso rappresenta non solo uno spreco tecnico, ma anche uno spreco economico ed energetico, in un territorio che affronta ogni estate l’incubo della siccità ed è costretto a subire continui razionamenti nell’erogazione urbana e nell’agro. L’Autorità di Bacino parla di “criticità diffuse e persistenti” e invita la Regione a intervenire con un piano di modernizzazione degli impianti e di controllo delle reti.
