La Nuova Sardegna

Il report Istat

Sardegna isola di “semi-supercentenari” e longevità da record: ecco tutti i dati

Sardegna isola di “semi-supercentenari” e longevità da record: ecco tutti i dati

La provincia di Nuoro ha la concentrazione più alta di persone con più di 105 anni. Antonio Todde rimane ancora l’uomo che ha vissuto di più in Italia

2 MINUTI DI LETTURA





Sassari  La Sardegna si conferma una blue zone, una delle aree con la più alta concentrazione di centenari. La provincia di Nuoro, secondo gli ultimi dati Istat, detiene il record della maggiore concentrazione in Italia di “semi-supercentenari”, cioè di persone che hanno più di 105 anni di età, sono 4,6 ogni 100 mila abitanti. Ed è anche al secondo posto, dietro solo a Isernia, per il numero di persone che hanno superato i 100 anni sempre per 100 mila abitanti: 65,5. Anche la provincia di Oristano mostra numeri tra i più significativi in Italia con 52,7 centenari per 100 mila abitanti. A livello regionale la Sardegna  è al dodicesimo posto per il numero di centenari e all’ottavo posto per il numero di semi-supercentenari sempre rispetto alla popolazione residente. La nostra Regione detiene ancora un record nazionale imbattuto, quello di longevità maschile. L’uomo che ha vissuto di più in Italia è stato infatti Antonio Todde (residente in provincia di Nuoro al decesso), che ha raggiunto 112 anni e 346 giorni. Il secondo italiano più longevo è stato Giovanni Frau (residente nel Sud Sardegna al decesso), morto a 112 anni e 172 giorni.

A livello nazionale i residenti con età superiore ai cento anni sono 23.548. Un numero che è più che raddoppiato rispetto al 2009 quando erano 10.158. La gran parte sono donne, l’82,6% del totale. Solo nell’ultimo anno i centenari sono aumentati di ben duemila unità. I residenti con almeno 105 anni sono invece 724, settanta in più rispetto allo scorso anno e circa 250 in più rispetto al 2009. In valore assoluto la presenza più alta si registra in Lombardia (quasi 4mila), Lazio ed Emilia-Romagna (oltre 2mila per entrambe). Un elemento demografico importante è il comportamento della mortalità: dopo i 105 anni, il rischio di morte non cresce in modo esponenziale. A 105 anni, la probabilità di morire è pari al 48%, e questo rischio si mantiene in una condizione di "quasi-costanza" fino ai 112 anni, non superando mai la soglia del 60% in questo intervallo. Questo fenomeno suggerisce che l’"effetto selezione" protegge l’individuo una volta entrato nel collettivo dei semi-supercentenari.

Infine, la maggior parte dei centenari risiede in famiglia (89% nella classe 100-104 anni e 88% tra gli ultra-105enni), anziché in strutture istituzionalizzate.

Primo Piano
L’incidente

Un’auto impazzita sfonda una cartolibreria, tragedia sfiorata: ecco cosa è successo

di Sergio Secci
Le nostre iniziative