Siccità, l’allarme di Confartigianato Sardegna: a rischio 6000 aziende e 20mila lavoratori
In diverse zone dell'isola si registrano razionamenti e interruzioni idriche
Cagliari Siccità e temperature elevate ormai da mesi mettono in difficoltà cittadini e imprese in Sardegna. In diverse zone dell'isola si registrano già razionamenti e interruzioni idriche. A lanciare l'allarme è Confartigianato Imprese Sardegna, che parla di una situazione sempre più critica per il tessuto produttivo locale. Secondo l'associazione, oltre 6mila aziende e 20mila lavoratori rischiano di subire pesanti conseguenze.
Lo studio dell'Ufficio Studi di Confartigianato sulle imprese "idro-esigenti" evidenzia che in Sardegna operano 2.137 aziende manifatturiere, di cui quasi 1.500 artigiane, attive nei dieci settori più dipendenti dall'acqua. Tra questi, estrattivo, tessile, petrolchimico e farmaceutico sono i più idrovori. A queste si aggiungono 4mila attività di servizi alla persona, come lavanderie ed estetisti, che consumano acqua in quantità significative.
Il presidente Giacomo Meloni invita a un'azione comune tra istituzioni, imprese e cittadini per affrontare la crisi idrica e modernizzare le infrastrutture. «È il momento di pianificare e usare le risorse europee per non farci trovare impreparati di fronte a future emergenze», afferma. La Sardegna è tra le regioni con le maggiori perdite d'acqua in rete: ogni giorno si disperde oltre la metà del volume immesso, pari al 52,8%, contro una media nazionale del 42,4%. Sassari guida la classifica regionale con il 63,4% di perdite, seguita da Oristano, Nuoro e Cagliari. Carbonia è la più virtuosa, con il 21,7%. Confartigianato sottolinea la necessità di investimenti urgenti per ridurre la dispersione e garantire approvvigionamenti sicuri.
«Quasi il 50% dell'acqua immessa nelle reti non arriva ai rubinetti - conclude Meloni - un problema che pesa su famiglie e imprese e che non possiamo più permetterci di ignorare».
