L’odio social travolge Desiré Manca: «Basta violenza verbale su di me»
L’assessora regionale vittima di insulti: «Io sotto scorta, combatto per tutte»
Sassari «6 tutta da sbattere». «Pareva na escort». A proposito di 25 novembre.
Volgari, sessisti, spregevoli. Nel giorno internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la combattiva Desirè Manca denuncia l’ennesima gravissima offesa ricevuta sui social dai cafoni da tastiera, sparando a zero contro chi «nel 2025» – sbotta l’assessora regionale al Lavoro – «si riempie la bocca ogni giorno con le scarpette rosse, le battaglie, le lotte contro la violenza di genere, ma poi sparge continuamente odio con commenti che ledono la personalità e la dignità di chi li riceve». Dall’Argentina, dove è volata per partecipare al congresso degli emigrati sardi, l’assessora Manca racconta di essere stata bersaglio, «per l’ennesima volta» di attacchi sessisti da parte di «due uomini, che saranno querelati così come ha fatto tante volte in passato».
Tutto nasce da una foto scherzosa, dove l’assessora indossa un burka: «Il post dove ho messo una foto col burka è significativa, era rivolta ai piccoli uomini che mi vorrebbero vestita così, ma io questo non lo sarò mai perché scelgo di essere una donna libera e di essere Desirè, pur ricoprendo un ruolo istituzionale, anche se non ho la presunzione di svolgerlo al meglio. Sono consapevole di essere criticata – dice l’assessora – ma io sono così dall’età di 15 anni. Ben vengano le critiche inerenti al mio lavoro, perché posso crescere e confrontarmi. Ma quelli che leggo sui miei post e che anche l’altro giorno comparivano sotto la mia foto sono offese gravissime».
Le denunce presentate nelle caserme della Sardegna non si contano più: «Quelle che ho presentato al nord sono state spesso archiviate. Fra quelle che ho presentato al sud, le indagini vanno avanti. In questo momento sono sotto scorta livello 3». La sua è una battaglia per la libertà, il rispetto della dignità, aggiunge: «Sapere che mio figlio legge questi insulti mi fa male, per fortuna lui ha 25 anni, lavora nelle forze dell’ordine. Però penso a tutte le altre donne e madri bersaglio di una violenza verbale inaudita».
«6 tutta da sbattere», le ha scritto qualcuno da un profilo che porta il nome di Gigi Luigi Francesco Scalas. Segue il commento di Francesco Ferrara: «Pareva na escort». «Quella frase è un esempio che descrive la realtà che una donna vive quotidianamente. E questa è la criticità che io segnalo ogni giorno, perché essere se stessi dà adito a delle critiche inaccettabili che non hanno niente a che vedere con i post che faccio nel mio ruolo istituzionale». Perché lei è così: frizzante. Provocante, fatale, seduttiva. E non ha alcuna intenzione di cambiare: «Non mi metto in discussione per un ruolo che ricopro».
Se cambiasse abbigliamento? «È un problema che non mi sono mai posta». Il trucco scuro sugli occhi sorridenti, il generoso décolleté stretto fra pizzi e giacche animalier. Un look che l’accompagna da quando era ragazzina e che anche ora, a 52 anni, nel suo ruolo politico e istituzionale, non l’abbandona mai. Nella giornata di lotta contro la violenza sulle donne, Manca vuole «sottolineare che le donne, la violenza, la subiscono ogni giorno: perché la violenza – ricorda – non è solo fisica, ma anche morale e psicologica. La violenza delle parole fa molto male quanto quella fisica».
“Ogni giorno uno, due, tre, quattro…. dieci” scrive sui social per contare le “offese gravissime, volgari insulti, attacchi feroci, in una parola: VIOLENZA”. «Ne sono bersaglio io, ne sono bersaglio tutte le donne. A nome di tutte, oggi parlo proprio a voi che pensate che una donna si possa giudicare, toccare, comandare. Se offendete le donne, siete solo il primo anello di una schifosa catena che alimenta la violenza. Ma questa schifosa catena, prima o poi, noi donne e uomini, la spezzeremo».
