L’allarme di Alemanno da Radio carcere: «Abbiamo un problema, stiamo morendo di freddo»
L’ex sindaco di Roma, detenuto a Rebibbia, denuncia termosifoni guasti, gelo e sovraffollamento e attacca il ministro della Giustizia Nordio
Roma L’ex sindaco di Roma, detenuto a Rebibbia, denuncia termosifoni guasti, gelo nelle celle e sovraffollamento, descrivendo condizioni critiche per persone recluse e agenti. Ecco che cosa scrive Gianni Alemanno nel 327° giorno di carcere: «SOS Aiuto, venite a salvarci! Abbiamo un problema: stiamo morendo dal freddo.
Siamo giunti al 23 novembre e i termosifoni sono completamente spenti, mentre nevica in tutta Italia e le temperature scendono anche a Roma. Radio carcere ci dice che le caldaie sono rotte e che anche gli agenti della Penitenziaria sono nelle nostre stesse condizioni: non solo qui al braccio ma anche nella loro caserma, attigua a Rebibbia, i termosifoni sono spenti e l’acqua calda dopo le otto di sera non arriva neanche nelle docce, per quelli che smontano dagli ultimi turni di guardia.
Non manca la stoccata al ministro della Giustizia, Carlo Nordio: «Fino a quando durerà questa situazione?» chiede Alemanno. Poi sul ministro: «Forse il Maresciallo Nordio, come ha detto che il sovraffollamento aiuta a evitare i suicidi, perché i detenuti si sorvegliano tra di loro, presto dirà che aiuta anche a combattere il freddo perché, accatastati gli uni sugli altri, ci riscaldiamo tra di noi». «Continui a mandare allo sbaraglio le sue truppe, cioè la Penitenziaria, e quelli che dovrebbero essere i suoi assistiti, cioè la popolazione detenuta».
«In compenso i Magistrati di sorveglianza stanno dando qualche segnale di risveglio», aggiunge. «Grazie al Garante Regionale dei diritti dei detenuti, prof. Anastasia, che ha presentato al Tribunale la sua relazione in merito alle dimensioni delle celle multiple di Rebibbia, oggi sono stati accolti dei reclami ai sensi dell’art. 35 ter dell’Ordinamento penitenziario, quello che sanziona “le condizioni di vita inumane e degradanti” delle persone detenute».
