La Nuova Sardegna

Sassari

Inchiesta della Procura su Cagliari-Roma

di Mauro Lissia
Inchiesta della Procura su Cagliari-Roma

Cellino rischia di essere indagato. La questura: pericolo di disordini per aver invitato i tifosi a Is Arenas nonostante le porte chiuse

25 settembre 2012
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CAGLIARI. L’invito rivolto agli abbonati e a chi aveva acquistato un biglietto per Cagliari-Roma a presentarsi comunque agli ingressi dello stadio quartese di Is Arenas potrebbe costare al presidente del Cagliari Massimo Cellino l’accusa di istigazione a delinquere. Per adesso si tratta di una semplice ipotesi investigativa, nata dal rapporto informativo che il questore Luigi Savina ha consegnato ieri mattina al procuratore capo Mauro Mura nel corso di un breve incontro al terzo piano del palazzo di giustizia.

Mura, che segue il calcio da appassionato di sport, sapeva già tutto. Sapeva anche che poche ore prima Savina aveva annunciato di voler informare la Procura, dopo che le contestate iniziative pubbliche di Cellino sembravano ormai uscite dal raggio d’interesse della giustizia sportiva per sconfinare in quella ordinaria. L’ipotesi di istigazione a delinquere – il fascicolo è stato iscritto per ora contro ignoti – mette in secondo piano la violazione dell’ordinanza firmata dal prefetto Giuseppe Balsamo che confermava il via libera alla partita purché si giocasse a porte chiuse: si tratta di una contravvenzione e non è detto che si sia realizzata. Mentre il suggerimento lanciato ai tifosi dall’eremo dorato di Miami è stato definito ieri nei corridoi della Procura «una brutta rogna» per i riflessi evidenti che ha avuto sull’ordine pubblico e per quello che avrebbe potuto scatenare. La Questura è stata costretta a blindare Is Arenas con un contingente di operatori della pubblica sicurezza, il timore era che l’invito di Cellino venisse preso alla lettera e che attorno al cantiere dello stadio quartese si verificassero disordini. Per fortuna il tam-tam della comunicazione ha dissuaso anche i supporter più accaniti e la cosa è finita li, con un dispiego di forze dell’ordine in regime di straordinario. Savina però non l’ha presa bene e malgrado il suo mandato cagliaritano scada il primo ottobre s’è fatto carico sino in fondo di una grana da affrontare con decisione anche sul piano mediatico.

Ma c’è dell’altro: le informazioni diffuse dai quotidiani hanno aperto la strada a un’altra verifica che la Procura si prepara a compiere. Riguarda la costruzione dello stadio quartese, descritto come l’alternativa al Sant’Elia.

Appena un mese fa il pm Daniele Caria – su delega del procuratore capo – ha iscritto un fascicolo sulla delibera interpretativa che l’amministrazione Cappellacci ha diffuso all’inizio dell’estate tra i Comuni riguardo il divieto di costruire entro la fascia dei trecento metri da laghi naturali e artificiali, escludendo dal campo d’interesse del piano paesaggistico regionale le zone umide. La delibera, come le associazioni ambientaliste hanno denunciato, è in contrasto diretto con una sentenza del Consiglio di Stato che estende il divieto alle zone umide. Ebbene le nuove strutture dello stadio di Is Arenas sono state erette a brevissima distanza dallo stagno di Molentargius, protetto dal Ppr e dalla convenzione internazionale di Ramsar. Quindi sarebbero in contrasto con le norme. La Procura risalirà alle autorizzazioni comunali per stabilire su quali basi siano state concesse e se siano legittime, perché se così non fosse la vicenda scadrebbe nel paradosso e finirebbe per coinvolgere gli uffici tecnici del Comune di Quartu e sul piano politico il sindaco Mauro Contini, che con questa travagliatissima operazione sperava di portare attenzione sulla città. Di certo ci è riuscito, si tratterà di stabilire a quale prezzo.

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