La Nuova Sardegna

Sassari

Alghero, ottantenne massacrata di botte

di Andrea Massidda
Alghero, ottantenne massacrata di botte

Un finto tecnico di Abbanoa è entrato nella casa di un’anziana invalida: l’ha picchiata, poi lei ha gridato e l’ha messo in fuga

28 settembre 2012
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ALGHERO. Prima ha fatto credere a un'anziana invalida di essere un dipendente di Abbanoa. Poi, dopo averne conquistato la fiducia mostrando gentilezza e persino simulando la lettura di un contatore inesistente, ha chiuso a chiave la porta di casa e ha cominciato a riempire di botte la donna alla ricerca di soldi. Per Antonietta Gambella, 80 anni e in piedi soltanto grazie a un girello, sono stati venti interminabili minuti di terrore quelli vissuti nel primo pomeriggio di ieri all'interno della sua abitazione in via Toscana 13. Tuttavia la nonnina - pur avendo evidenti difficoltà di deambulazione - ha opposto resistenza con tutta la forza che aveva (gli ha dato persino un morso sulla mano) e urlando a squarciagola è riuscita ad allertare un vicino. Così il malvivente, temendo di essere bloccato, ha preferito darsi frettolosamente alla fuga a bordo di una bicicletta. Ma non prima di aver mandato all'aria l’appartamento e di aver lasciato la povera vittima stesa per terra. Con l’immediato arrivo dell'ambulanza del 118 la donna è stata inizialmente trasportata al pronto soccorso dell'ospedale civile. E lì i medici hanno preferito trasferirla per alcuni esami in un reparto del Marino, da dove in seguito è stata dimessa con un trauma cranico, un altro nella regione sacro-coccigea e svariate contusioni in tutto il corpo. La prognosi è di dieci giorni.

Secondo la ricostruzione che l’anziana ancora sotto choc ha fornito alla polizia, tutto sarebbe avvenuto intorno alle 13.50 in quella strada zeppa di villette a schiera che sta a metà tra la zona del Lido e il quartiere della Pietraia. L’uomo, in sella a una bicicletta e con indosso una maglietta a righe e dei pantaloncini, si sarebbe presentato all’anziana signora raccontando di essere un dipendente della società che gestisce il servizio idrico. «Perdoni il disturbo, devo soltanto controllare il contatore», avrebbe detto, spiegando oltrettutto di conoscere molto bene il figlio della vittima. La quale lo ha accolto nel cortiletto della casa, dove il tipo ha proseguito la sua messinscena tanto da prendere appunti su un foglio e registrando dei consumi totalmente inventati (non fosse altro perché il contatore da svariati anni era stato spostato altrove).

Poi la donna, accortasi che il finto letturista perdeva sangue da una gamba, gli ha chiesto cortesemente se voleva entrare un attimo in casa. E in quel momento è iniziato l’incubo. L’uomo - commettendo quello che si potrebbe configurare come un vero e proprio sequestro di persona - ha chiuso la porta con una doppia mandata e ha cominciato a pestare la donna, cercando di tapparle la bocca con una tovaglia. Un tentativo vano, perché la signora glielo ha impedito. Così come vana è stata la ricerca dei soldi, che davvero non c’erano. Infine l’arrivo del vicino e la fuga a bordo della bicicletta. Sull’episodio stanno indagando gli agenti del commissariato cittadino al comando del dirigente Valter Cossu.

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