La Nuova Sardegna

Sassari

I riti a Balai Lontano per ricordare i tre martiri

di Pinuccio Saba
I riti a Balai Lontano per ricordare i tre martiri

Pontificale solenne e poi benedizione dei cavalli e dei Cavalieri di San Gavino Forte richiamo dell’arcivescovo Atzei alla politica per la vertenza della Vinyls

26 ottobre 2012
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PORTO TORRES. Con il canto del “Credo” intonato dall’arcivescovo di Sassari padre Paolo Atzei, si è aperto l’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI. Non a caso padre Atzei, che ha concelebrato il Pontificale solenne, ha scelto la Basilica dei Protomartiti Turritani: i santi Gavino, Proto e Gianuario, decapitati 1709 anni fa durante la persecuzione di Diocleziano, vestono un ruolo centrale nella storia della Chiesa sarda, e dell’arcidiocesi di Sassari. Proprio ai santi Gavino, Proto e Gianuario si era rivolto, per invocare la loro benedizione sulla Chiesa Turritana, al momento del suo arrivo a Sassari. San Gavino, martirizzato il 25 ottobre a Balai Lontano, è il simbolo di quella Fede alla quale il pontefice ha voluto dedicare l’ano che si concluderà nel novembre del 2013. Una figura entrata a far parte del “dna” dei portotorresi, che ha segnato la storia della città fin da quando era ancora Turris Libisonis, che ha legato indissolubilmente la devozione a San Gavino alla storia della Chiesa sarda. Ma nell’omelia padre Paolo Atzei non si è dimenticato della vertenza degli operai della Vinyls e, soprattutto, non ha esitato a esortare il sindaco Beniamino Scarpa a risolvere rapidamente la crisi perché la città necessita di una guida forte e autorevole.

Come ogni anno la città ha voluto ribadire questo legame ai “propri” Martiri. Alla concelebrazione del Pontificale, con il Capitolo Turritano e i sacerdoti del Golfo, erano infatti presenti le massime autorità cittadine con il sindaco Beniamino Scarpa e con i rappresentanti delle forze dell’ordine. Ma soprattutto c’era tanta gente. Come c’era tanta gente anche ieri mattina, a Balai Lontano, dove secondo la tradizione furono decapitati i santi Gavino e, due giorni dopo, Proto e Gianuario. Davanti al quel piccolo tempio, il parroco della Basilica don Mario Tanca ha celebrato la messa che ha aperto la ricorrenza dei Martiri Turritani. Una celebrazione quasi più intima, che si è conclusa con la benedizione dei cavalli e dei Cavalieri di San Gavino. Al termine della messa, da Balai Lontano si è mosso il corteo dei cavalieri accompagnato dal gruppo folk dell’associazione culturale Etnos che ha raggiunto la spiaggia di Balai Vicino, il rito dell’immersione dei cavali (solo i garretti), tradizione riscoperta solo di recente.

Ma l’appuntamento di quest’anno è stato arricchito anche da un importante evento culturale. Al termine della messa, infatti, sono stati presentati i risultati di una ricerca sulla Basilica di San Gavino, ricerca che va avanti dallo scorso anno e che ha portato a un’importante scoperta, e cioè del nome dell’autore del quadro dei Martiri al cospetto di Cristo esposto sulla navata sinistra della chiesa. Si tratta di Giacomo Galeazzo, che dipinse il quadro su una lamina zincata alla fine dell’800.

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