La Nuova Sardegna

Sassari

Vendita di farmaci dopanti 2 anni e 8 mesi a Gutierrez

di Elena Laudante
Vendita di farmaci dopanti 2 anni e 8 mesi a Gutierrez

Condannato a 3 anni e 4 mesi il culturista Gianni Mocci, suo presunto complice Legali increduli: «Siamo certi dell’innocenza del dottore. Sarà assolto in Appello»

26 ottobre 2012
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SASSARI. L’indulto cancella la pena. Ma la sentenza letta pochi minuti prima delle 14 è comunque dirompente: il farmacista Nicolino Gutierrez, 52 anni, è condannato in primo grado a due anni e 8 mesi di reclusione (condonati, appunto) per aver venduto sostanze dopanti a chi ruotava nel circuito del culturismo sporco.

Il giudice Marina Capitta recepisce quasi in pieno l’impianto accusatorio della Procura, ma manda assolto l’imputato da alcune accuse di ricettazione di ricette, che sarebbero state rubate da altri a ignari medici. Ma ad alcuni di questi medici, costituiti parte civile, come alle Asl 1 di Sassari e 8 di Cagliari, il magistrato non accorda alcuna provvisionale: nessun risarcimento, almeno nel processo penale, alle presunte vittime dei reati.

I difensori di Gutierrez, Gabriele Satta e Lorenzo Galisai, sono visibilmente delusi. Anzi, «sconcertati», confessa Satta. «Continuiamo a credere nella estraneità del dottor Gutierrez ai fatti, frutto di una errata interpretazione delle carte - spiegano - Attendiamo le motivazioni della sentenza, fra 90 giorni, per ricorrere in Appello. Siamo certi che lì verrà assolto».

Condanna anche per l’allora culturista Gianni Mocci, 35 anni di Sennori, al quale il giudice ha inflitto la pena più severa, 3 anni e 4 mesi. Per lui il difensore Marco Manca aveva depositato consulenze di medici che in altri processi lo avevano definito incapace di intendere e però da assolvere. Ma in questo dibattimento no, Mocci era risultato padrone di sé, nel pieno delle facoltà mentali. E il giudice non ha tenuto conto delle altre risultanze processuali. Assolto con formula piena invece Roberto Pischedda, sassarese di 44 anni, accusato con Mocci del furto di quattro ricettari e di ricettazione: contro di lui non è emersa alcuna prova, aveva ricordato il suo difensore, l’avvocato Marco Enrico, sebbene per Pischedda il pm avesse chiesto la condanna a 2 anni. Prescritte tutte le accuse contro Daniele Piscini, assistita dagli avvocati Pietro Diaz e Teresa Pes.

Mocci avrebbe utilizzato ricette mediche sottratte ad altri camici bianchi per acquistare efedrina - sostanza la cui vendita è proibita, se non accompagnata da prescrizione medica - da Gutierrez. Secondo le indagini condotte dal pm Michele Incani, che per il farmacista aveva ottenuto l’arresto poi revocato dai giudici del Riesame, il farmacista di via Roma era consapevole che quelle ricette fossero false. Lui l’ha sempre negato: non c’era alcun modo - si è difeso - per capirlo. E ha sempre assicurato di non sapere che Mocci aveva allestito un laboratorio per preparare miscugli dopanti. Arrivati nell’appartamento del culturista per un caso fortuito (Mocci aveva avuto un malore), il 24 luglio 2002 i carabinieri avevano trovato creatina, testosterone, caffeina pura, anabolizzanti per cani e gatti. C’erano anche timbri di altri medici e un blocchetto di fogli bianchi «utilizzati per redigere ricette», scriveranno poi i militari. Da lì era scattata l’inchiesta del Nucleo antisofisticazione: dalle confezioni i carabinieri erano risaliti alle case farmaceutiche, alle quali avevano chiesto quale negozio di Sassari li avesse ordinati. E loro avevano indicato la farmacia di via Roma come acquirente di alcune sostanze, la cui vendita su prescrizione medica, però, è leggittima. Solo che le ricette che Mocci dava a Gutierrez erano false. Per la difesa del farmacista, il professionista non ne era a conoscenza. La Procura è certa, invece, che lo sapesse. Quando inizia a capire che qualcosa non va, chiude le ricette in cassaforte. «Così gli aveva suggerito un carabiniere di Sennori, pochi giorni prima che lo arrestassero», ricordano i legali. Per conoscere le ragioni della condanna bisogna attendere 90 giorni.

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