La Nuova Sardegna

Sassari

Il regista, la sua città e un film che diventa metafora italiana

di Luca Fiori
Il regista, la sua città e un film che diventa metafora italiana

Bonifacio Angius sta girando Perfidia: parla del tormentato rapporto tra padri e figli - VIDEO

12 aprile 2013
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SASSARI. Ha studiato a Firenze, Bologna, New York e Barcellona e il suo primo lungometraggio “Sa Gràscia” è stato presentato in anteprima alla mostra internazionale del cinema di San Paolo in Brasile.

Da un mese Bonifacio Angius, regista sassarese di 31 anni, sta provando a ribaltare la tradizionale diffidenza dei suoi concittadini verso chi prova a uscire dall'anonimato. Per il suo secondo lungometraggio, prodotto dalla Movie Factory di Roma e dalla Monello Film di Sassari, Angius ha scelto come set la sua città. E a quanto pare i sassaresi lo hanno accolto con entusiasmo e tanta curiosità. Nel film “Perfidia” - il primo film che si gira nell'isola da quando è nata la Film Commission - tutto è rigorosamente “made in Sassari”, come le strade, gli appartamenti, gli ospedali, i centri commerciali, le spiagge e gli uffici che fanno da sfondo alla storia del tormentato rapporto tra un padre (Mario Olivieri) e un figlio (Stefano Deffenu) vittime delle contraddizioni dei giorni nostri e della realtà di periferia in cui si snoda la vicenda. Dopo aver girato alcune scene nella chiesa del Cuore Immacolato e poi tra il Policlinico Sassarese, il ristorante Le Querce, il luna park Matherland e la Conad di via Budapest, il set si è spostato nel circolo Quattro Mori in via Sorso, a pochi passi dalla fontana di Rosello. «Sassari è molto presente nel film – spiega Angius – così come lo slang sassarese e alcune caratteristiche dei personaggi, ma “Perfidia” potrebbe essere ambientato in qualsiasi cittadina della provincia italiana». Il film racconta la storia di Angelo, un trentenne perdigiorno immerso nel vuoto di una città di provincia. «Mi interessava - spiega il regista - raccontare questo piccolo angolo di mondo, Sassari, una cittadina come ce ne sono tante nel nostro paese, attraverso il problema della disoccupazione giovanile e il vuoto quotidiano che ne consegue». Al regista, ma anche ai venti attori e alle oltre 300 comparse – tutti sassaresi - non resta che attendere che il film arrivi nelle sale per sapere se da queste parti si può essere o meno profeti in patria.

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