La Nuova Sardegna

Sassari

E ora la cava diventerà un costone verde

Un finanziamento regionale consentirà di rimboschire il “buco nero” sulla montagna di Cheremule

17 aprile 2013
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CHEREMULE. Quel grande buco nero, quell’enorme ferita ben visibile anche dalla 131, che deturpa da circa mezzo secolo la fiancata che si affaccia a est del monte Cuccuruddu, sarà risanata. Si tratta dei postumi di una cava di estrazione di una pietra vulcanica, chiamata cheremulite e sfruttata industrialmente negli anni Cinquanta. L’opera di risanamento sarà possibile grazie ai 300mila euro finanziati dalla Regione, assessorato all’Industria. Si procederà, attraverso un’attenta opera di messa in sicurezza e rinaturalizzazione, a porre rimedio a una situazione di pericolo e di degrado. L’attività di estrazione venne a cessare il 27-11-1989 su ordinanza del Sindaco che ne sospendeva la coltivazione per motivi di sicurezza. «Il nostro progetto ha un’ottica risolutiva in termini definitivi – spiega il sindaco Masia – e si svolgerà in quattro fasi. La più importante e sicuramente spettacolare sarà l’abbattimento di parte del fronte di cava attraverso l’utilizzo di esplosivi, dopodiché avrà luogo la ridefinizione della nuova scarpata e la ricostruzione della strada che porta al belvedere, la quale, finiti i lavori, risulterà arretrata verso l’interno di circa 20 metri. Finiti i lavori di sistemazione sarà avviata la fase di inerbimento e piantumazione. La gara d’appalto è già stata esperita e i lavori sono stati assegnati alla ditta specializzata Secci Natale». Sempre nell’area della cava, attraverso un finanziamento dell’assessorato all’Ambiente di ulteriori 60mila euro, verrà avviata un’indagine ambientale sulla ex discarica dei rifiuti urbani, coperta alla fine degli anni Novanta. Le imprese dovranno effettuare un’esplorazione del sottosuolo per verificare il livello di inquinamento e potere poi consentire la realizzazione del piano più efficace per la messa in sicurezza del territorio.

Sergio Cuccureddu

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