La Nuova Sardegna

Sassari

«Aiutatemi, non voglio perdere la vista»

«Aiutatemi, non voglio perdere la vista»

L’appello di una ragazza di 19 anni di Santa Maria Coghinas che, dopo aver battuto la testa in una caduta, sta diventando gradualmente cieca: «I medici sassaresi ci negano un consulto al Besta»

04 maggio 2013
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Valentina è una bella ragazza di 19 anni e non vede quasi più. Ogni giorno il suo campo visivo si restringe e adesso ha solo uno spiraglio per vedere il mondo. Il buio è calato progressivamente dal 24 gennaio, dopo una brutta caduta in casa. Valentina Dettori è scivolata nella sua abitazione di Santa Maria Coghinas e ha battuto la testa. Un vicino di casa l’ha accompagnata in ospedale a Sassari e la ragazza è stata ricoverata nel reparto di Medicina d’urgenza. Quando è tornata a casa, quattro giorni dopo, Valentina ha cominciato ad accusare forti mal di testa e a vedere sempre meno e sempre peggio. C’è stato un secondo ricovero, questa volta nel reparto Oculistica delle cliniche universitarie, ma anche da lì, come le era capitato la prima volta, Valentina è stata dimessa senza una diagnosi precisa. Sulla copertina della cartella clinica si parla di “sospetta neurite post traumatica del nervo ottico”. In altre parole c’è il dubbio che quella brutta caduta abbia provocato un processo infiammatorio o degenerativo. Insomma, un danno neurologico. Valentina vuole guarire, vuole tornare a vedere, ma nessuno le dice se questo accadrà. Intanto il buio intorno a lei diventa sempre più fitto.

La madre di Valentina vorrebbe portare la figlia fuori dall’isola, per farla visitare dai medici dell’ospedale Besta di Milano dove c’è un centro neurologico di eccellenza. Anna Carner non ha i soldi per pagare il viaggio e il soggiorno nel capoluogo lombardo, ma non chiede la carità in quanto ritiene che quel viaggio a spese del Servizio sanitario nazionale, che fino ad oggi non le ha saputo dare le risposte giuste, sia un diritto di sua figlia. «Però i medici di Sassari non mi firmano il foglio – spiega, con la voce spezzata – e io non so perché».

Nessuno, precisa la donna, ha messo nero su bianco il diniego contro il quale eventualmente ribellarsi. Semplicemente, Valentina sta a casa e intanto i giorni passano e sono sempre più neri, nel senso letterale del termine.

In Medicina d’urgenza e in clinica oculistica Valentina Dettori è stata sottoposta a una serie di accertamenti: Tac del cranio, Rx bacino, visita neurochirugica, visita neurologica e una serie di accertamenti oculistici. La Tac avrebbe dato esito negativo mentre gli esami oculistici hanno evidenziato un progressivo restringimento del campo visivo. Oggi Valentina non vede praticamente niente dall’occhio sinistro e le sono rimaste due diottrie nell’occhio destro. Chiunque nelle sue condizioni correrebbe dal migliore medico e comunque da un medico capace di dare una risposta certa. Tre mesi sono l’eternità che separa Valentina da un trauma che le ha procurato un danno fisico e una paura insopportabile. Ma questo periodo di tempo non è bastato per ottenere un biglietto aereo e una prenotazione in un centro clinico di eccellenza.

Anna Carner si è rivolta alla Nuova Sardegna per cercare aiuto. «Tanti mah, tanti “non so”, tanti “non capiamo” ci hanno letteralmente sfinite, fisicamente e moralmente – spiega la madre di Valentina – . Io prego perché mia figlia possa riacquistare la vista il più presto possibile». «Non voglio fare la guerra a nessuno – spiega la donna –, vorrei solo una diagnosi seria sul perché mia figlia non vede più e in base alla diagnosi sapere se possiamo ancora sperare in una sua ripresa». Anna Carner si rivolge infine ai medici che, a suo dire senza darle spiegazioni, non sollecitano il trasferimento della figlia al Besta: «Vorrei che qualcuno, anziché dirmi “non sappiamo, abbia l’umiltà di dirmi “non sappiamo, non capiamo, quindi la inviamo in una struttura più adatta». Prima che il buio le calasse intorno Valentina sognava di fare la parrucchiera. Oggi, con voce da ragazza educata, dice che si accontenterebbe di ricominciare a sperare.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative