La Nuova Sardegna

Sassari

Accusato di due stupri dalla moglie

di Pinuccio Saba
Accusato di due stupri dalla moglie

Operaio in udienza preliminare per reiterati episodi di violenza sessuale, minacce e maltrattamenti in famiglia

07 giugno 2013
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SASSARI. Violenza sessuale, minacce e maltrattamenti nei confronti della moglie. Queste le accuse dalle quali dovrà difendersi un operaio e ambulante residente in un paese dell’hinterland sassarese che il 4 e l’11 luglio dovrà comparire davanti al giudice per le udienze preliminari Maria Teresa Lupino per due distinti episodi che sarebbero accaduti il 16 novembre del 2010 e il 25 luglio del 2011.

Una vicenda che nasce all’interno di un nucleo familiare in via di disfacimento, con continui problemi economici, un figlio disabile, e una profonda incompatibilità caratteriale fra marito e moglie. Incompatibilità che si era fatta ancora più profonda dopo la nascita del figlio disabile e che, immancabilmente, è finita per far esplodere la violenza all’interno delle mura domestiche.

Maltrattamenti che, la notte del 16 novembre del 2010, sfociano nella violenza sessuale. O meglio, solo il 16 novembre la donna aveva denunciato il marito.

Non un singolo episodio ma, secondo il racconto della donna, il marito l’aveva obbligata a continui rapporti sessuali approfittando del fatto che il bambino dormiva per effetto dei farmaci. Un calvario che, sempre secondo il racconto della donna, era durato diversi mesi, Fino a quando, ormai disperata, la donna aveva denunciato il fatto ai carabinieri.

Ma come accade spesso, la situazione economica, sociale e abitativa, porta la vittima a dimenticare o a mettere in secondo piano la violenza subita. E visto che l’uomo non sapeva dove andare a vivere, l’aveva riaccolto in casa. Ma a precise condizioni: avrebbero vissuto sotto lo stesso tetto, ma da separati in casa.

Separazione giudiziaria poi arrivata nell’arco di pochi mesi.

La convivenza, dopo la violenza di quella notte di novembre, non è stata comunque facile. E non sono mancati, sempre secondo il racconto della donna, momenti di tensione e scontro, culminati con la “solita” razione di botte.

Fino alla notte del 25 luglio del 2011, quando la donna si presenta in ospedale denuncia di esser stata stuprata dall’ormai ex marito. I medici accertano l’avvenuta violenza, raccolgono i campioni biologici che poi saranno esaminati dai Ris, stilato un primo certificato medico che cristallizza nel freddo lessico ospedaliero la violenza sessuale e i maltrattamenti.

Denuncia che quella notte viene raccolta informalmente dai carabinieri che sequestrano anche gli indumenti indossati dalla vittima, e ratificata il giorno successivo in caserma dove la donna si reca assistita dal proprio legale di fiducia Antonio Secci.

Stavolta, però, anche se la magistratura non arresta il presunto stupratore, gli impone di abbandonare la casa dove abitano l’ex moglie e il figlio.

Per la donna è la fine di un calvario, anche se non sono mancati i momenti difficili. Soprattutto quando davanti ai pubblici ministeri Michele Incani e Paolo Piras, ha dovuto ricostruire la violenza subita.

A luglio, nelle due udienze davanti al gup, l’uomo se vorrà potrà difendersi. Finora non ha mai presenziato alle udienze che si sono tenute nella fase preliminare.

Nel frattempo la donna, sempre assistita dall’avvocato Secci, ha deciso di costituirsi parte civile anche per conto del figlio minore.

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