La Nuova Sardegna

Sassari

Lotta ai tumori, la Pet è pronta all’uso

di Luigi Soriga
Lotta ai tumori, la Pet è pronta all’uso

Un’attesa durata 27 anni: da ottobre il sofisticato macchinario per la diagnosi precoce esaminerà 12 pazienti al giorno

24 agosto 2013
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SASSARI. La prima richiesta alla Regione è datata 1986. «A quei tempo – spiega il professor Giuseppe Madeddu, direttore di Medicina Nucleare alle Cliniche di San Pietro – non esisteva alcun tomografo Pet su tutto il territorio nazionale. Rientravo da un viaggio negli Stati Uniti, vidi quell’apparecchiatura ancora sconosciuta e pensai che l’Università, con una simile dotazione, potesse diventare un’eccellenza. Sassari poteva essere il primo centro all’avanguardia in Italia nella diagnosi precoce ai tumori». Ci sono voluti 27 anni perché l’Azienda Ospedaliera Universitaria potesse installare lo strumento più sofisticato nella lotta contro il cancro. I locali sono ultimati e a norma, i macchinari testati, manca solo l’autorizzazione provvisoria d’esercizio da Cagliari e a partire da ottobre la Pet/Tc potrà entrare in funzione.

L’apparecchiatura. Il Tomografo a Emissione di Positroni agisce così: al paziente viene somministrata una sostanza a base di glucosio che contiene anche un tracciante, il fluoro. La sostanza è radiattiva: dal momento dell’iniezione all’esame trascorre un’ora, e il paziente resterà isolato all’interno di una stanza protetta, monitorato con delle telecamere. Quando il liquido tracciante ha sortito i suoi effetti all’interno dell’organismo, l’apparecchio è pronto per leggere i risultati. Succede questo: le alterazioni cellulari, come le metastasi, sono ghiotte di glucosio, lo attirano e lo concentrano attorno a sè. Ma insieme captano anche il fluoro, cioè la sostanza radioattiva, che viene poi rilevato dalla Pet. Quindi la diagnosi avviene a livello chimico, quando le cellule sono di pochissimi millimetri, prima ancora cioè delle alterazioni anatomiche generate dal tumore. Ecco perché la Pet è fondamentale per la diagnosi precoce e l’individuazione delle metastasi. Ma quella installata a Sassari ha una peculiarità, che ne fa uno degli strumenti più all’avanguardia a livello nazionale. La Pet lavora in simbiosi con la Tac a 128 strati, che rileva con precisione la localizzazione del tumore e ne ricostruisce in 3d la fisionomia con una eccellente risoluzione. L’immagine finale (elaborata nell’arco di 20 minuti)è la risultante di due indagini differenti: la Pet visualizza le aree scure dove si è concentrato il glucosio, delimitando anche il tessuto tumorale più attivo. Mentre la Tac stabilisce con precisione la sede anatomica della lesione. E’ come se il chirurgo avesse una mappa e un mirino infallibile con il quale andare a colpire. «Immaginiamo quanto può essere utile tutto questo per un trattamento radioterapico – spiega Madeddu – il bersaglio viene circoscritto con estrema precisione al tumore attivo, evitando di irradiare e danneggiare le cellule sane».

Costi. La Regione, attraverso i fondi comunitari, ha stanziato 1milione 800mila euro. Il direttore Generale dell’Aou Sandro Cattani è riuscito a velocizzare l’iter di finanziamento e L’Università ha contribuito con 1milione 370mila euro. Insomma, la Pet, compresi locali, sistemi informatici e arredi e dotazioni di sicurezza è costata 3 milioni di euro. I locali sono stati realizzati vicino al dipartimento di Medicina Nucleare, al primo piano della prima palazzina vecchia sul lato sinistro di viale San Pietro e comprendono l’aula vuota dell’ex clinica medica, le stanze del centro antidiabetico e cardiologia: in tutto uno spazio di 350 metri quadrati. Naturalmente ai 3 milioni si aggiungono i costi di gestione e di formazione del personale. Ogni singola prestazione, come da tariffario, verrà rimborsata dalla Regione con 1071 euro.

Bacino d’utenza. A ottobre l’apparecchio lavorerà da subito a pieno regime. Quotidianamente si potranno eseguire 12 esami, che moltiplicati per 250 giorni fanno 3000 prestazioni erogate ogni anno. Una cifra elevata, ma che forse non soddisferà completamente la richiesta del territorio. Lo sanno bene quelle migliaia di pazienti che in questi anni si sono dovuti rivolgere a centri specializzati del Continente o sono dovuti andare al Brotzu o al Businco di Cagliari. Il numero di pazienti oncologici sottoposti a diagnosi iniziale dal servizio di Medicina nucleare di Sassari, sono stati oltre 4000. Di questi almeno il 70 per cento potrebbero essere sottoposti ad accertamenti con la Pet. Ma poi si aggiungono tutti gli altri pazienti che necessitano di monitoraggi successivi, come la verifica dell’efficacia di un ciclo di chemioterapia.

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