La Nuova Sardegna

Sassari

La battaglia di Lucia per ottenere Stamina

La battaglia di Lucia per ottenere Stamina

La donna ammalata di Sla ha vinto il ricorso per essere sottoposta al metodo ideato da Vannoni

25 settembre 2013
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SASSARI. La signora Lucia ha 50 anni, un figlio, un marito e una vita normalissima. Alle spalle. Perché l’8 marzo del 2012 è arrivata una mazzata che ha dirottato per sempre il suo destino: la diagnosi di Sclerosi laterale amiotrofica, una malattia degenerativa del sistema nervoso che porta a limitare sempre di più le funzioni vitali fino a portare alla morte.

Da allora, però, questa donna combattiva non ha mai smesso di lottare per la propria sopravvivenza e oggi è attaccata con le unghie e coi denti a un speranza: la cura Stamina, messa a punto dal medico bresciano Davide Vannoni e criticata dalla comunità scientifica internazionale che l’ha bollata di essere inefficace e di creare false illusioni nei pazienti. Nonostante la bocciatura del metodo da parte dell’Aifa, l’agenzia nazionale per il farmaco, il decreto Balduzzi ha tuttavia classificato l’infusione di cellule staminali mesenchimali una cura compassionevole aprendo così il varco ai ricorsi legali sulla base della procedura d’urgenza (art.700). Il ricorso della signora Lucia, rappresentata dagli avvocati Pier Francesco Loi e Giomaria Uda, è stato accolto ed è stato disposto il ricovero in via cautelativa, in attesa dell’udienza fissata per il 30 settembre. La decisione del giudice si è poi tradotta, il 23 luglio, nell’inserimento della paziente in una lista d’attesa nazionale per essere sottoposta all’infusione nell’azienda ospedaliera Spedali di Brescia dove opera il dottor Vannoni. «Mi trovo al 97° posto in una lista che oggi arriva a 160 persone – racconta la signora Lucia – e per tutta l’estate ho sperato di scalare pian piano questa montagna ma ho voluto raccontare la mia storia perché in questo momento sono preoccupata. Lo scorrimento della lista infatti sembra bloccato da diverso tempo. Non vorrei che le infusioni si fossero fermate». L’azienda bresciana invece risponde che «si sta impegnando per accogliere tutti i pazienti per i quali è stata emessa pronuncia da parte dei vari tribunali d'Italia. I pazienti sono collocati in lista d'attesa in ordine cronologico, dato dalla data del provvedimento che dispone la somministrazione della terapia. In particolare, si assegna priorità alle infusioni rispetto ai carotaggi, al fine di rispettare le scadenze del protocollo di cure del singolo paziente». La speranza dunque non muore e la signora Lucia potrà continuare la sua battaglia. (g.g.)

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