La Nuova Sardegna

Sassari

Alluvione di Bonorva, tre assoluzioni

di Luca Fiori
Alluvione di Bonorva, tre assoluzioni

Per il Tribunale l’ex sindaco Deriu, il capo dell'ufficio tecnico e il collaudatore dei lavori non furono responsabili dei danni

27 settembre 2013
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SASSSARI. Nessun collaudo falso e nessuna responsabilità per i danni dovuti all’alluvione. Gli allagamenti avvenuti a Bonorva nel 2006 che causarono l’inondazione di diverse abitazioni del paese non possono essere attribuiti all’ex sindaco e ai due tecnici che collaudarono i lavori eseguiti in seguito al dissesto idrogeologico che due anni prima aveva causato una voragine nel centro del paese.

L’ex primo cittadino Mimmino Deriu, il collaudatore delle opere, l’ingegner Antonio Deiosso, e l’allora responsabile dell’ufficio tecnico Gavino Masala sono stati assolti ieri mattina dal giudice delle udienze preliminari del tribunale di Sassari Maria Teresa Lupinu perché il fatto non sussiste. La loro innocenza era stata riconosciuta anche dal pubblico ministero Paolo Piras che aveva chiesto per tutti e tre gli imputati l’assoluzione. E così è stato. A convincere il rappresentante dell’accusa, ancora prima del giudice, del comportamento corretto dell’ex primo cittadino e dei due tecnici, difesi dagli avvocati Gabriele Satta e Agostinangelo Marras, era stata la perizia dell’ingegnere Luciano Cadoni, dirigente della Direzione centrale difesa e politiche di Protezione civile. La sua consulenza, richiesta dal Gup, aveva sciolto ogni dubbio. La perizia aveva stabilito che le opere eseguite per far fronte al dissesto idrogeologico che nel 2004 aveva causato l’apertura di una voragine in via Limbara, erano «funzionali e funzionanti» e che dunque il loro collaudo era stato eseguito a norma di legge. La Procura della Repubblica di Sassari, in seguito all’inondazione e a una verifica effettuata dai carabinieri del Noe, aveva aperto un’inchiesta e ipotizzato che i certificati di collaudo fossero falsi e che quelle opere non dovessero dunque ricevere l’ok. Il perito del Tribunale ha però accertato che a quei lavori, eseguiti in diversi punti del paese, non può essere imputata la causa dell’alluvione avvenuta due anni dopo e i danni subiti da alcune abitazioni. Insieme all’ex primo cittadino e ai due tecnici erano finiti nei guai tre imprenditori titolari delle ditte esecutrici. A febbraio di quest’anno la vicenda si era risolta anche per loro con un lieto fine. Il Gup Maria Teresa Lupinu aveva prosciolto Gianni Milani, Roberto Fiori e Pietro Sedda Tolu nel corso dell’udienza preliminare. Neanche a loro poteva essere attribuita nessuna responsabilità. «Ho atteso cinque anni per avere giustizia - ha commentato subito dopo la sentenza l’ex sindaco di Bonorva - certo, mi resta un po’ di amaro in bocca, ma sono felice che i miei concittadini abbiano sempre creduto nella mia buona fede». La fine di un incubo anche per l’ingegner Antonio Deiosso, esponente del Pd ed ex sindaco di Pattada. «Ho sempre pensato di aver agito in buona fede - ha commentato Deiosso - mi dispiace solo aver dovuto rinunciare alla mia attività politica in attesa di dimostrare la mia innocenza».

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