La Nuova Sardegna

Sassari

Bonorva, bloccati i fondi per le imprese

di Emidio Muroni
Bonorva, bloccati i fondi per le imprese

Il Comune non può pagare e si ribella al patto di stabilità. Il sindaco Senes: «Darò ordine agli uffici di saldare i conti»

25 giugno 2014
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BONORVA. «Vi confesso che non so come iniziare, né come finire la mia relazione su una vicenda che sta diventando sempre più paradossale». È l’affermazione introduttiva del sindaco Giammario Senes alla discussione che avrebbe dovuto precedere le determinazioni sui vincoli del patto di stabilità interno 2014. Le difficoltà operative, causate per la gran parte dal vincolo del patto di stabilità, che l’amministrazione comunale sta vivendo intensamente e tentando di gestire con grande attenzione ed enorme difficoltà, sono riassumibili nelle parole pronunciate, con grande amarezza, dal primo cittadino, dinanzi ad una platea rappresentata ancora una volta dai consiglieri comunali, nell’occasione incredibilmente ridotti alla sola metà dei consiglieri della maggioranza, 6 su 12, mentre la minoranza stavolta era presente con tutti i 5 componenti.

Il pubblico, come ormai ingiustificata e deplorevole consuetudine, era totalmente assente, e in aula erano presenti, per motivi di servizio, il messo comunale, il cronista e due carabinieri.

Si è quindi parlato di un patto di stabilità che andrebbe rivisto nei suoi meccanismi e che rischia di soffocare le amministrazioni pubbliche, e in particolare i Comuni che galleggiano nella fascia dai 1000 ai 5000 abitanti. Un autentico cappio che impedisce di bandire nuove gare d’appalto, rispettare i termini di pagamento per i lavori eseguiti o in itinere, gli stati d’avanzamento maturati da qualche tempo e accantonati perché non esiste la possibilità di liquidarli. Si hanno problemi anche per l’acquisto delle piccole cose, come ad esempio, un pacco di chiodi o un sacco di cemento, ritenute essenziali.

«In pratica non posso fare nulla - ha osservato Senes - perché qualsiasi cosa faccia non si riesce a uscirne». Il Comune ha in corso tre appalti, le imprese hanno anticipato i soldi e depositato le fatture, ma gli uffici non possono che tergiversare in attesa di uno sblocco, per evitare di innescare qualsiasi meccanismo che potrebbe portare a problemi di responsabilità personale. Nel frattempo i soldi sono parcheggiati nelle banche, e pare che il Comune conti su un pacchetto da oltre 5 milioni di euro, senza poter far nulla per utilizzarli. Un autentico paradosso e un processo che rischia di far perdere anche i finanziamenti futuri.

Altro problema è rappresentato dalla distribuzione del fondo unico regionale che presenta enormi disuguaglianze nelle erogazioni e vistosi tagli degli importi. «I Comuni hanno più volte chiesto una modifica sostanziale ai meccanismi introdotti dal ministro per l’economia - ha osservato Senes -, ma finora non hanno avuto risposta e gli uffici sono bloccati nei pagamenti per cui è necessaria una presa di posizione forte da parte delle economie locali per modificare una situazione divenuta insostenibile». I consiglieri di minoranza Marras, Zanza e Salaris sono intervenuti nel dibattito chiedendo sostanzialmente di mettere da parte le ideologie per fare fronte comune, ad evitare di chiudere i battenti e scivolare verso la fine. In accordo con quanto detto da Senes hanno proposto un’azione forte, come quella di uscire dal patto di stabilità, sforare i limiti previsti anche per una forma di rispetto della dignità delle persone ed evitare che sia calpestato il concetto del lavoro onesto e dignitoso. Alla proposta si è associato anche il capogruppo di maggioranza Pierpaolo Falchi. Il sindaco Senes, chiudendo la discussione, ha osservato amaramente che «purtroppo in questa vicenda la politica non è solo latitante ma è inesistente e non dà risposte alla gente» perciò, dopo aver ribadito che il Comune è ormai al blocco totale, ottenuta la piena solidarietà del Consiglio, ha affermato che darà disposizioni agli uffici di procedere comunque ai pagamenti e se tale invito non verrà eseguito ne informerà il prefetto e il presidente della giunta regionale. Un passo piuttosto difficile e pericoloso sul quale tutti i cittadini sono invitati a riflettere perché, oltre alle previste sanzioni per i trasgressori del vincolo, potrebbe far scivolare il Comune verso il commissariamento, con conseguenti pesanti e prevedibili decisioni ad esempio sul tariffario delle imposte, non ancora deliberato, che, per recuperare i fondi necessari, potrebbe anche far lievitare di molto i tassi da applicare.

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