La Nuova Sardegna

Sassari

San Gavino, messa e benedizione di fronte al mare

di Gavino Masia
San Gavino, messa e benedizione di fronte al mare

Celebrazioni a Balai, davanti al santuario e in spiaggia Ricordata la data del martirio, cavalli e barche per la festa

26 ottobre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





PORTO TORRES. C’era tanta gente ieri mattina nello spiazzo della chiesetta di Balai lontano ad ascoltare in religioso silenzio le parole di don Mario Tanca che celebrava la messa in onore di San Gavino. Il 25 ottobre è il dies natalis di San Gavino, la data del suo martirio, e la gente portotorrese la vuole ricordare in preghiera e processione come simbolo speciale da dedicare al santo patrono della città. La sua figura è legata indissolubilmente a quella degli altri due santi Proto e Gianuario, e la loro vicenda è narrata in due passio di epoca medievale nella quale si trovano i racconti dei martiri sardi. Dopo la funzione religiosa, illuminata da una splendida giornata di sole, si è mosso il corteo dei fedeli e un gruppo di cavalieri seguendo il percorso a piedi da Balai lontano a Balai vicino. L’iniziativa, organizzata dall’associazione culturale Etnos, si è poi conclusa sulla spiaggia di Balai con la benedizione a mare dei cavalli e dei pescatori da parte di don Mario Tanca. In rada, a pochi metri dalla battigia, le barche di Assovela e altri gozzi hanno reso omaggio a San Gavino. Sul promontorio di Balai il numeroso pubblico godeva lo spettacolo dei cavalli e i colori della barche armate a vela latina, testimoniando con lungo applauso l’affetto verso san Gavino. Una cerimonia che rivaluta in modo concreto le tradizioni turritane, grazie soprattutto all’impegno delle associazioni e alla disponibilità della parrocchia di San Gavino. Le cerimonie e il Solenne pontificale di padre Paolo Atzei, concelebrato dai canonici turritani e vicari delle zone della Diocesi, hanno chiuso i quattro giorni di convegni tematici per ricordare i 400 anni degli scavi in cripta voluti dall'arcivescovo don Gavino Manca de Cedrelles, nel 1614, per riportare alla luce le reliquie dei Protomartiri Gavino, Proto e Gianuario. Monsignor Giancarlo Zichi, nel suo intervento, ha ricordato poi il trasferimento delle reliquie a Sassari per tenerle in luoghi più sicuri e degni. Interessante la relazione di Maria Francesca Depalmas, che ha illustrato le sue ricerche su antichi testi e documenti concernenti gli scavi e importanti testimonianze concesse da arcidiocesi, università di Sassari e universidad Complutense de Madrid. Il più importante dei testi fu redatto dal notaio dell’arcivescovo Gavino Manca, e permette ora di ricostruire il quadro storico dell’epoca attraverso le vicende attorno agli scavi e le giornate dei lavori.

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative