La Nuova Sardegna

Sassari

Ex cementificio, prime azioni di bonifica

di Gavino Masia
Ex cementificio, prime azioni di bonifica

L’amministrazione comunale ha avviato interventi di messa in sicurezza dell’area sostituendosi alla Mediterranea ’96

03 dicembre 2014
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PORTO TORRES. Sono iniziati ieri i lavori di messa in sicurezza dell’ex cementificio della zona industriale, area di proprietà della “Mediterranea 96”, che riguardano cernita, raccolta, condizionamento, etichettatura, trasporto e invio ad impianto di recupero e smaltimento di alcune tipologie di rifiuti pericolosi. L’intervento è costato oltre 40mila all’amministrazione comunale, cifra recuperata nelle pieghe del bilancio, per far fronte ad un’azione di bonifica parziale del sito, a causa dell’inadempienza dei soggetti titolari dell’area in questione. La grave situazione di degrado ambientale, con rischio di pregiudizi per la salute pubblica, era cominciata negli anni 70 quando il cementificio era gestito dalla società Alba Cementi, che operò fino al 1983, chiudendo poi le proprie attività e lasciando un cimitero industriale e oltre un centinaio di operai senza lavoro. Dopo un ventennio, esattamente il 6 luglio 2007, i carabinieri del Noe intervennero per segnalare, all’interno di quell’area, una discarica non autorizzata con presenza di rifiuti pericolosi e non. Da quella segnalazione ne derivò il sequestro del sito e la conseguente apertura di un procedimento penale ancora in corso. «E’ evidente che il Comune non è e non sarà mai in grado di bonificare radicalmente tutta quella zona – spiega l’assessore all’Ambiente Gavino Gaspa –, ecco perché l’intervento comprende solo la messa in sicurezza di quelle parti che creano problemi maggiori sotto il profilo ambientale e sanitario: l’azienda Verde Vita, che si è aggiudicata l’appalto, si occuperà di rimuovere e trasportare rifiuti oleosi contenuti in una ventina di fusti abbandonati e in un serbatoio posizionato fuori terra agli impianti di smaltimento». Le operazioni di bonifica riguarderanno imballaggi contaminati abbandonati, pneumatici, accumulatori di piombo, apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, rifiuti ingombranti e solidi urbani. «Le modalità operative sono articolate seguendo le procedure imposte dalle severe normative vigenti – aggiunge Gaspa –, che prevedono la fase di cantieramento, la cernita, la raccolta e il condizionamento dei rifiuti. Passando poi al prelievo dei campioni per poter effettuare le analisi di caratterizzazione, classificazione e accettabilità in appositi impianti di smaltimento del rifiuto». Per poter lavorare con la massima sicurezza, inoltre, parte delle lavorazioni di separazione di rifiuti verranno fatte “in situ”, utilizzando anche le aree coperte dei capannoni esistenti, per consentire che alcune operazioni si svolgano anche in condizioni metereologiche avverse. Con questo intervento si pone rimedio a una situazione grave ma non esaustiva: va ricordato, infatti, che in quell’area, come in diverse aree circostanti, vanno pianificati interventi di bonifica radicale dei siti, che non possono essere portati avanti dall’amministrazione comunale. «Tenuto conto che siamo all’interno di un Sito di bonifica di Interesse Nazionale (SIN) – conclude l’assessore –, vanno messi in campo provvedimenti e investimenti straordinari da parte del ministero dell’Ambiente, non ultima quella di prevedere la possibilità della confisca di tutte quelle aree abbandonate a se stesse che determinano un pericolo costante per la pubblica incolumità».

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